“A chi non ama i pastori sardi, dico solo che loro hanno la stessa dignità e non sono inferiori a chi fa un lavoro di ufficio. Io lavoro da cinque anni nell’azienda agricola di famiglia, condivido appieno la protesta sul prezzo del latte”. Così Silvia Usai, 28enne di Senorbì: “Con sessanta centesimi non si va da nessuna parte, tra paglia e mangini li consuma, in un giorno solo, una pecora. La crisi dei pastori colpisce duramente anche noi, visto che sono nostri clienti”, spiega la Usai, che propone una soluzione economica già condivisa da tanti altri sardi.
“Un euro più Iva, sennò non se ne esce. Anche mio padre Vincenzo è d’accordo, gestisce l’attività da quarant’anni e produce anche il grano da vendere agli allevatori. Anche sul prezzo del grano, inoltre, ci sarebbe da fare un lungo discorso”.












