Sabato 14 febbraio 2015 la Prometeo AITF Onlus incontrerà gli studenti del liceo classico
“Giovanni Siotto Pintor” di Cagliari. Per l’associazione di trapiantati sardi di fegato e pancreas si
tratta di un’altra trasferta “a km zero”, ma per i prossimi mesi sono già previsti incontri di
promozione della donazione degli organi e di informazione sui trapianti anche in altre zone
della Sardegna.
La manifestazione di sabato prossimo comincerà intorno alle ore 11.15 e seguirà l’ormai
collaudato programma: proiezione del filmato “T.V.D. (Ti Voglio Donare)”, realizzato dal
Ministero della Salute – Centro nazionale trapianti, e successivo dibattito. Come di consueto, a
rispondere alle domande di studenti e docenti saranno diversi medici che, sotto il
coordinamento del Centro regionale trapianti, si occupano di donazione e trapianti. Alcuni
volontari della Prometeo AITF Onlus racconteranno, invece, la propria esperienza.
L’associazione avrà, inoltre, cura di consegnare ai partecipanti materiali informativi sulla
donazione e il trapianto in modo che possano approfondire e “ripassare” quanto appreso
durante l’incontro.
L’attività di promozione della donazione prosegue, però, anche su altri fronti. Intensa è, ad
esempio, l’attività di sensibilizzazione dei comuni sardi affinché provvedano a istituire presso i
loro uffici anagrafe, come previsto dall’art. 43 del Decreto-legge 21 giugno 2013 n. 69, il servizio
di registrazione della volontà di donare gli organi post-mortem. Presso vari comuni isolani è già
possibile registrare la propria volontà al momento del rilascio o del rinnovo della carta
d’identità, ma obiettivo dell’associazione è arrivare, con il supporto del’ANCI Sardegna, a
un’applicazione piena e uniforme della norma su tutto il territorio regionale.
Perché questo obiettivo? Perché le esperienze dei comuni “pionieri”, quali Cagliari e Oristano,
mostrano risposte molto positive da parte dei cittadini. Tale strumento potrà, pertanto,
contribuire a far sì che, come afferma il presidente Giuseppe Argiolas, «la donazione diventi un
fatto normale e non eccezionale». Non solo: più sarà alto il numero di persone che in vita
hanno espresso la loro volontà, meno familiari dovranno prendere questa difficile decisione, per
conto dei loro cari defunti, in un momento già di per sé drammatico. E meno gravoso sarà pure
il compito dei rianimatori, che in mancanza di espressa volontà dell’interessato, sono chiamati a
chiedere ai familiari il consenso al prelievo degli organi.










