I 1600 euro al mese per fare il cameriere (esperto) in Sardegna? O il contratto da 850 euro per fare quattro ore al giorno in una pizzeria? Esempi, quelli arrivati da alcuni imprenditori cagliaritani, che hanno raccontato le loro esperienze a Casteddu Online, che trovano però, per tutta risposta, il muro dei sindacati. Nella Milazzo della Cgil ci va giù durissima: “Tutti questi soldi sicuri? Guardate, abbiamo già la fila di giovani pronti a lavorare. I datori di lavoro mostrino davvero i contratti, regolati dal contratto collettivo nazionale. In Sardegna tantissimi vogliono lavorare e non stare col reddito di cittadinanza, ma ovviamente non accettano di farlo con stipendi da fame o non regolari. O, peggio ancora, in nero”, afferma la Milazzo. Quindi, esisterebbero addirittura dei ragazzi che, davanti a un’eventuale proposta di lavoro senza un contratto, rifiutano.
La Milazzo era già intervenuta sul tema qualche giorno fa: “Purtroppo, abbiamo contatti quotidiani con tanti lavoratori in attesa d’esser chiamati a firmare un contratto e con altri ancora che ricevono proposte al limite dello schiavismo. In sindacato però non siamo abituati a generalizzare i problemi, magari alimentando inutilmente un clima di sfiducia intorno a misure di sostegno che hanno alleviato, anche se in parte, il disagio economico vissuto da migliaia di disoccupati così come quello di centinaia di imprese perché, è bene ricordarlo, il cosiddetto sistema riguarda anche le imprese”.











