L’esercente di un bar situato in via don Minzoni, a Cercola, nel napoletano, aveva applicato un magnete al contatore per ridurre del 96% il costo della fornitura. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Torre del Greco con l’ausilio dei tecnici dell’Enel, hanno ispezionato i locali dell’esercizio commerciale e hanno osservato che sopra il contatore era presente una calamita. È stato quindi accertato che, la forza magnetica che esercitava la calamita sui meccanismi del contatore, consentiva di abbassare notevolmente il consumo dell’energia elettrica. La titolare del bar, una 36enne napoletana, è stata arrestata per furto aggravato continuato. Al termine delle formalità di rito è stata sottoposta agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo.
Nel caso di furto di energia elettrica è prevista una denuncia civile da parte della società fornitrice del servizio elettrico, che intima al pagamento immediato di quanto sottratto illegalmente negli anni, facilmente comprovabile tramite un’analisi storica dei consumi. Ma oltre alla denuncia civile, c’è anche un processo penale, perché il furto di energia elettrica è perseguibile come reato, in base all’articolo 624 e 625 del Codice Penale come “Delitti contro il patrimonio”. Nello specifico, l’articolo 624 comma 2 recita che “Chiunque s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 154 a euro 516”.
Fonte: (www.retenews24.it)











