L’ONU lancia l’Anno Internazionale dei Legumi. Intervista a Fulvio Tocco, ideatore del virtuoso progetto “Vivere la Campagna”, ex presidente della Provincia del Medio Campidano, attualmente collaboratore del Direttore del Servizio arboreo di Agris Sardegna Martino Muntoni.
Lei che è stato il precorritore prima con la Sipas Spa e poi con la Provincia del Medio Campidano della valorizzazione delle leguminose made in Sardegna che effetto le fa vedere le grandi quantità di granaglie importare?
Un grande dispiacere! Gli agricoltori dei campidani conoscono la coltivazione delle leguminose come le loro tasche. Con un Piano straordinario a carattere agricolo, ecologico ed ambientale possono dare una mano all’economia regionale nell’arco di una sola annualità. Perché è così sicuro? Perché per alimentare le nostre pecore e le nostre capre importiamo annualmente 150 milioni di alimenti aggiuntivi a quelli prodotti dai pascoli e dai seminativi. Ma anche perché gli allevatori a parità di prezzo preferiscono o un pochino di più, per la loro salubrità, le granaglie prodotte nell’isola.
Ho letto il suo libretto “Vivere la Campagna” del 2010 e ho potuto constatare che lei ha un’idea di Piano Straordinario finalizzato all’aumento della Plv agricola isolana. Io sono convinto, dati alla mano, che occorre un Piano Straordinario, in affiancamento al Psr, con una efficace strategia competitiva in termini di visione del futuro, sua traduzione in obiettivi concreti, per stimolare la coltivazione delle campagne per plurimi fini a ricaduta generale. Quindi non solo per gli operatori agricoli?
Coltivando le campagne per ciò che occorre per l’alimentazione umana e zootecnica i benefici sono per tutti; per fortuna questo discorso ora passa meglio che in passato. Le 85.894 aziende che curano 1.614.845 ettari possono costituire quel volano che manca per allargare le attività produttive nei terreni di pianura, di collina e di montagna. La Sardegna per salvarsi deve obbligatoriamente produrre di più, molto di più. Ora solo un sardo su tre ha un lavoro.
A quanto ammonta la plv agricola della Sardegna?
La Produzione lorda vendibile è di 1,577 miliardi di euro. Dobbiamo rendere produttivo il territorio.
Cosa intende per Piano Straordinario?
E’ un progetto, non ordinario, fuori dal consueto, finalizzato all’aumento, in tempi rapidi, della produzione lorda vendibile per liberare la Sardegna dall’abbraccio letale della Globalizzazione. Ormai importiamo quasi tutto. Anche la legna per riscaldarci e le mandorle per i nostri dolci tipici che è tutto dire! Purtroppo importiamo anche gran parte della frazione proteica per alimentare il nostro patrimonio zootecnico, il secondo d’Italia dopo la Lombardia. Ripeto la domanda, per Piano straordinario? Per Piano Straordinario s’intende un Patto tra cittadini e Amministrazione pubblica, finalizzato e a termine, per il raggiungimento dell’obbiettivo di coltivare/curare tutta la campagna isolana ai fini agro – eco – ambientali per alleggerire rapidamente la dipendenza della Sardegna dai marcati esterni. La dipendenza sta cancellando il futuro delle nuove generazioni. Per pretendere che le cose cambino bisogna per forza aumentare la PLV isolana, pare ovvio. Infatti, è’ in gioco il peso relativo della Sardegna in Italia e in Europa. Non ci può essere sviluppo senza una chiara capacità di gestione strategica senza capacità di innovazione continua efficace, senza accrescere la ricchezza isolana. Ecco perché bisogna sparigliare il sistema sardo prima che sia troppo tardi. Bisogna incentivare con Piani straordinari le attività produttive possibili per crescere!
Nel corso del 2016 verranno sviluppati progetti speciali per incoraggiare un migliore utilizzo delle proprietà delle leguminose?
Me lo auguro. Ma la risposta la deve dare chi governa la Sardegna, chi governa i comuni delle aree rurali.












