Commozione e lacrime nella chiesa del Santissimo Crocifisso di Genneruxi per l’addio a Andrea Capone, l’ex giocatore del Cagliari trovato morto, cinque giorni fa, nella suite dell’hotel Tirso. Almeno ottocento le persone presenti al suo funerale, celebrato dopo tutte le indagini e verifiche del caso, svolte sia dalle forze dell’ordine che dal medico legale. Capone era malato da tempo e si stava curando, questo è stato appurato: la pista principale resta quella del malore improvviso mentre si trovava dentro la stanza dell’albergo. Sulla sua bara una maglia rossoblù col numero 10. Tantissimi i giocatori presenti: da David Suazo a Gianfranco Zola, da Gianluca Festa a Matteo Sau, insieme anche a vecchie glorie rossoblù del calibro di Mario Brugnera e Gigi Piras. Per la società il direttore sportivo Nereo Bonato e il segretario Matteo Stagno e anche Alessandro Steri. Il parroco, nel ricordare il campione, ha osservato che “Andrea Capone era riuscito a trasformare in realtà il suo sogno, cioè passare dal campo di calcio del quartiere del Cep a quello della squadra di calcio di tutta la città, a Sant’Elia”.
All’uscita della bara un lungo applauso ha accompagnato Capone nel suo ultimo viaggio sino al cimitero di San Michele. Intanto, resta aperto il fascicolo contro ignoti della Procura per il reato di omissione di soccorso del 43enne.












