“No alla violenza”, “no al razzismo” e, soprattutto, “siamo tutti Demetrio”. Quest’ultimo slogan è stato il principale utilizzato dalla sindaca di Assemini Sabrina Licheri durante la marcia contro il razzismo organizzata per dare una risposta forte e chiara dopo il pestaggio subìto da Demetrio Elida, filippino 30enne, perché “scambiato per un cinese” sopra il bus per Assemini. La violenza è avvenuta giovedì scorso, il ragazzo è ancora dolorante e, per almeno altre tre settimane, dovrà fare i conti con le ferite e le fratture al volto. Le indagini dei carabinieri vanno avanti, intanto la società civile fa sentire il suo, quanto mai doveroso, grido antirazzista. Ci sono sardi, filippini, cinesi e africani nel corteo partito da piazza della Repubblica e che ha attraversato le vie principali di Assemini: “Quanto avvenuto è un fatto vergognoso”, afferma la Licheri, “ho sentito Demetrio e mi ha detto una frase molto importante: spera che i suoi aggressori vengano trovati e fermati prima che possano nuovamente fare del male. Qui, l’unico vero virus, non è quello cinese, ma l’ignoranza”.
Il corteo è durato circa un’ora e, più che la voce dei partecipanti, si sono fatti sentire i tanti cartelli e striscioni. Sin troppo chiari quelli realizzati dalla comunità filippina: “Solidarietà a tutte le vittime del razzismo”.











