Com’è il “termometro di gradimento” della Fiera Campionaria di quest’anno? Cosa dicono gli stendisti sulla scarsa affluenza dei visitatori tra i singoli padiglioni? Gli affari vanno bene? E che dire del drastico calo degli stessi commercianti che espongono (150 per questa edizione 2016, 50 in meno rispetto ai 200 presenti lo scorso anno). E perché resta sempre il cruccio del “caro affitti” degli spazi espositivi nel grande colosso commerciale di Viale Diaz?
UNA FIERA MORIBONDA. Dubbi, domande, perplessità legittime tra chi crede ancora nel progetto “Fiera della Sardegna”, ma nei piani di lavoro futuri non vede di buon occhio parteciparvi. E’ stato detto e annunciato più volte per questa edizione n.68: il tracollo finanziario dell’Ente, sorretto per ora da un commissario straordinario, il futuro incerto dei 17 dipendenti, quei padiglioni che risentono di maquillage e abbellimento, sono soltanto alcuni motivi per i quali l’entusiasmo tra gli operatori non è affatto alle stelle.
LA CRISI. Eppure c’è ancora chi ci crede, vorrebbe vedere una Fiera come 15 anni fa, stracolma di gente che compra, che gira, ma a parte qualche centinaia di presenze di questi giorni, l’agonia è palpabile. Perché allora far pagare (sebbene sia una cifra ridotta) il biglietto di ingresso per la Campionaria merceologica? Perché invece per la Fiera Natale ad esempio, prendere in locazione uno spazio costa molto meno rispetto ad aprile e pure varcare i cancelli di ingresso non ha alcun costo per chi vuole fare “shopping” tra i padiglioni? In questa Video-Intervista, Luca, collaboratore di un’azienda sarda, di Pirri, confessa quelli che sono i disagi per chi investe anche quest’anno, ma gli affari sono davvero pochi.
IL RILANCIO. A dirla tutta, c’è anche la volontà delle Istituzioni di un rilancio serio e duraturo, ma occorre creare sinergia tra Enti, soggetti privati e pubblici. Quest’anno la Regione Sardegna, Teatro Lirico e Conservatorio musicale e Forze armate, ad esempio, hanno fatto tanto. Anche gli artigiani, dal canto loro, non hanno voluto gettare la spugna, ma non basta, ci vorrebbe una spinta maggiore, pianificare più eventi collaterali anche durante l’anno, “portare in Fiera” (così come si faceva anni fa), anche i concerti, i Grandi Eventi, inglobati all’interno delle enormi aree inutilizzate di Viale Diaz, oggi desolatamente vuote. La volontà e lo spirito positivo ci sono, basta sedersi ad un tavolo e dialogare: anche perché, come quest’anno, i commercianti (sebbene abbacchiati e delusi), ci sono. Come 20 anni fa. Guardate il VIDEO










