Una storia che, con il passare delle ore, assume dettagli sempre più terribili e brutali. Ha confessato Salvatore Ocone, colpevole di aver ucciso a Paulisi sua moglie Elisa Polcino, il figlio di 15 anni e di aver ridotto in fin di vita la figlia 16enne.
La ragazza è stata trasferita al Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, per essere operata e si trova in coma farmacologico. I medici ritengono che saranno necessari almeno 4 o 5 giorni per valutare la situazione clinica complessiva della giovane, al momento gravissima.
Ocone è stato fermato nella notte nelle campagne di Ferrazzano, a Campobasso. La sua auto, un’Opel Mokka nera, è stata individuata dall’elicottero dei carabinieri. L’uomo, in evidentemente stato di choc, non ha opposto resistenza. Dopo un interrogatorio fiume, ha confessato la tremenda verità.
“Ci siamo resi conto subito che i ragazzi erano stati colpiti in casa – ha spiegato il comandante dei Carabinieri di Benevento, il colonnello Calandro – Di qui la fretta di trovare l’auto nel tentativo di salvare i figli”.
“Ha ammesso i fatti materiali”, spiega il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò, “i fatti sono avvenuti nel contesto della casa, nel senso che tutti i familiari sono state colpite all’interno della casa, la signora nel sonno e anche la ragazzina nel sonno, per quanto riguarda come e dove ha colpito il ragazzo, su questo dobbiamo fare approfondimenti”. L’uomo “poi li ha portati in macchina e si è dato a questo girovagare, perché nel giro di poche ore ha raggiunto il Molise, dove poi è stato trovato e per un apprezzabile periodo di tempo, pensiamo 6-7 ore è stato dove poi è stato trovato, in quella campagna, vicino Ferrazzano”.
E sui problemi psichiatrici di Ocone precisa: “Certo che il soggetto abbia un vissuto psichiatrico, ce l’ha, c’è una diagnosi che lui ha avuto da parte di un medico, con riferimento a psicosi. Vi è anche traccia, per quanto ho compreso in queste poche ore, di un Tso che ha avuto nel 2011, però stiamo parlando del 2011. Per il resto non abbiamo nessuna prova nessun elemento di segnalazione, men che meno precedenti penali, che riguardano questa famiglia e non c’è un vissuto di violenza”.
Sconvolto il figlio maggiore della coppia, il 23enne Mario, che lavora a Rimini e ha dovuto svolgere il terribile compito di riconoscere il corpo del fratellino.
Sul movente è ancora tutto da chiarire, Ocone avrebbe parlato di problemi familiari dovuti agli atteggiamenti definiti “autoritari” della moglie.












