Fabrizio De Andrè in chiave millennial, per aprire un mondo sconosciuto a giovanissimi studenti che forse neanche l’avevano mai sentito nominare. Lui, il gigante. Il mito assoluto, il rivoluzionario cantore dei vizi dell’umanità, il poeta capace con la musica e le parole di denunciare solitudini, diversità, storture e dipendenze. Loro, i ragazzi del Liceo De Sanctis Deledda di Cagliari, dopo averlo scoperto l’hanno amato moltissimo, l’hanno sentito vicino anche perché ribelle e sempre schietto e diretto, proprio come sono i giovani. L’hanno amato talmente tanto da farne il protagonista assoluto del loro spettacolo teatrale di fine anno, “Progetto Fabrizio De Andre 2.0″, dopo aver partecipato da gennaio a giugno al progetto PON “Apprendimento e socialità”, “Modulo di teatro” e “Modulo Arte”, coordinato dalla professoressa Rita Curreli e con il costante supporto della dirigente Maria Rosaria De Rosa.
Le studentesse e gli studenti del Liceo delle Scienze Umane, Liceo Linguistico, Tecnologico del Modulo Teatro, guidati dall’ideatrice dello spettacolo, Alessandra Fadda, attrice, regista, costumista e scenografa, e dalla tutor Nicoletta Serra, domani pomeriggio alle 16.30, nell’Aula Magna della sede di via Sulcis dell’Istituto, si esibiranno portando in scena il materiale artistico, come disegni, foto, video e accessori vari, realizzati da ragazzi e ragazze che hanno partecipato al modulo Arte. Lo spettacolo è stato progettato e realizzato in continuità con l’attività artistica svolta lo scorso anno e ispirato dalle interviste e dalle musiche di Fabrizio De André nell’album “Non al denaro, non all’amore né al cielo” del 1971.
“Fabrizio De André non era solo un uomo con idee solide e principi che ancora oggi hanno il sapore della rivoluzione, del voler guardare oltre quello che ci circonda, ma era soprattutto un poeta capace di trattare temi delicati e difficili come il suicidio, la cronaca nera, i difetti fisici, la politica, l’amore, la religione. Il tutto con parole e ballate che si trasformano in poesia”, spiega la professoressa Alessandra Fadda. “La scelta di lavorare su De André è stata una sfida, i ragazzi di oggi non lo conoscono, non sapevano della sua esistenza e di conseguenza nemmeno che temi trattasse; forse qualcuno di loro conosceva qualche nota, ma nessuno si è mai immerso totalmente anche solo in un brano. Per loro si è aperto un mondo che ha iniziato a far scaturire idee e desiderio di capire sempre di più cosa ci si perde a non conoscerlo”.
Due le canzoni analizzate, “Un Ottico” e “Il Suonatore Jones”, entrambe molto impegnative e complicate a livello di analisi del testo. La prima rappresenta l’espansione della coscienza, la volontà di far aprire gli occhi al prossimo in base a quanto Dippold (nell’Antologia di Spoon River), De André e Masters hanno sempre detto. “Noi abbiamo voluto ribaltare completamente il significato pur rimanendo nella metafora della coscienza che però in qualche modo stanno cercando di imprigionarci, Chi? Chissà…non sveliamo troppo! “, dice Fadda invitando gli spettatori a scoprire direttamente tutte le sorprese che andranno in scena domani.
“Il Suonatore Jones”, Il violinista Jones (nell’Antologia di Spoon River) rappresenta il personaggio sereno, ma come è arrivato a questa serenità che poi si trasforma in libertà di spirito? “Lui è un’anima salva, ma per essere un’anima salva bisogna fare i conti con la vita, con i ricordi, le scelte, le lotte…Jones è la testimonianza di una vita che aspettavamo, quella che ci spinge ad essere audaci nel cercare la nostra occasione di libertà”, sottolinea la docente.










