La bocciatura arriva senza appello direttamente dai professionisti del lavoro per l’ennesimo pasticcio a 5 stelle in Regione. In una nota durissima, la Consulta regionale dei consulenti del lavoro della Sardegna insieme all’Associazione nazionale consulenti del lavoro – sindacato unitario regionale denuncia una gestione definita «confusa, improvvisata e tecnicamente inadeguata» del bando “Stabile”, lo strumento pensato dalla Regione per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori precari.
Secondo i consulenti, la procedura si è trasformata fin dall’inizio in un percorso a ostacoli: un susseguirsi caotico di scadenze, rettifiche e chiarimenti che ha finito per minare la certezza del diritto e la fiducia di imprese, lavoratori e professionisti chiamati a rendere operativa la misura. Un quadro che, a loro giudizio, rivela «gravi lacune nella programmazione» e una distanza evidente dalle reali dinamiche del mondo del lavoro.
Nel mirino finisce innanzitutto la scelta del calendario. La collocazione iniziale della scadenza nel mese di dicembre – periodo già congestionato da adempimenti fiscali, contributivi e retributivi – viene definita una decisione prevedibilmente problematica. Le segnalazioni arrivate dagli addetti ai lavori, spiegano dalla Consulta, non hanno però prodotto un cambio di rotta: le risposte della Regione sono state giudicate frammentarie e tardive, con proroghe che hanno continuato a ricadere negli stessi giorni critici.
A rendere la situazione ancora più delicata è stato poi l’annullamento del bando in autotutela a causa di un errore tecnico, seguito da una nuova pubblicazione e dalla fissazione della scadenza al 29 dicembre, nel pieno delle festività. Una scelta che, per i consulenti, certifica una gestione «scollegata dalla realtà operativa» di studi professionali e aziende.
Le continue rettifiche, inoltre, avrebbero prodotto un effetto domino: dati imprecisi, indicazioni non sempre coerenti e la necessità di continui aggiustamenti in corsa, in un contesto già fortemente sotto pressione. Un aggravio di lavoro e responsabilità che ha colpito soprattutto chi è chiamato a garantire la correttezza delle procedure.
Sotto accusa anche la modalità del click day, considerata uno strumento ormai superato e ampiamente contestato dagli operatori del settore. Secondo la Consulta, trasformare una misura di politica attiva del lavoro in una gara contro il tempo significa penalizzare la qualità delle domande, favorire l’improvvisazione e creare disparità tra le imprese, senza alcuna valutazione di merito sui progetti o sui reali fabbisogni occupazionali.
Il giudizio finale è severo: «Non è accettabile – scrivono i consulenti – che errori organizzativi, scelte tecniche discutibili e strumenti inadeguati ricadano su imprese e professionisti». Le politiche per l’occupazione, sottolineano, hanno bisogno di pianificazione, chiarezza e confronto preventivo, non di continue correzioni e forzature procedurali.
Le critiche della categoria si inseriscono in un dibattito già acceso. In precedenza, l’ex assessora regionale al Lavoro Alessandra Zedda, oggi consigliera comunale a Cagliari, aveva chiesto l’annullamento del bando parlando di «troppe criticità». L’assessora in carica, Desirè Manca, aveva liquidato la questione come un semplice problema informatico. Ora però la presa di posizione dei consulenti del lavoro alza il livello dello scontro e riapre il caso sulla gestione regionale delle politiche attive per l’occupazione.
A stretto giro la replica dell’assessore Manca.











