Sarà tutto da rivedere, ripensare, riorganizzare. Con la morte di Silvio Berlusconi muore anche Forza Italia, almeno quella che è stata fino a ora, e la coalizione di centrodestra dovrà necessariamente ritrovare un nuovo equilibrio per sopravvivere a se stessa. Perché è vero che Forza Italia era il partito con meno voti rispetto agli altri, ma è anche vero che il ruolo di Berlusconi, che il centrodestra l’ha inventato, era quello di garantire una stabilità utile a tutti quelli che ne fanno parte.
Anche in Sardegna, dove fra meno di 8 mesi si voterà per le regionali e fra un anno per le comunali a Cagliari, i contraccolpi si faranno sentire. Molto dipenderà da quanto Renzi riuscirà a sfilare iscritti e portarli nel suo Italia Viva, al momento all’opposizione: un’operazione a cui, secondo i bene informati, sta lavorando da tempo con l’obiettivo finale, già fallito con Calenda, di costruire il grande centro.
L’attuale situazione potrebbe favorire la ricandidatura di Solinas alla Regione, non gradita a Forza Italia che però appunto in questo momento non ha una guida per fare opposizione, e non gradita neanche a Fratelli d’Italia, che però deve vedersela con il rischio frane in coalizione e dunque avrà bisogno di fare patti e compromessi per resistere e aspettare che passi la tempesta.
Stessa cosa per le Comunali, dove ormai è scontata la ricandidatura di Truzzu, a cui però proprio Forza Italia potrebbe mettere i bastoni fra le ruote, in un momento di “liberi tutti” difficilmente gestibile e controllabile: anche in questo caso Giorgia Meloni dovrà scendere a patti per tenere saldo il governo.
Infine, il centrosinistra: la parte cosiddetta moderata, la renziana, è quella che più potrà beneficiare della situazione. Se riuscirà l’operazione, sarà lui il nuovo leader centrista, non più alleato di Fdi e Lega né del Pd, ma ago della bilancia e fattore determinante di scelte e nuovi equilibri politici, nazionali e locali.











