La campagna elettorale per le prossime elezioni comunali a Cagliari è di fatto cominciata ieri, durante il convegno su Medau Su Cramu. Passate le feste natalizie, si aprono le danze: la presenza contemporanea di Farris e Massidda, ma anche dell’assessore Paolo Frau e di molti esponenti del centrosinistra, dimostra che il confronto può cominciare. L’intervista a Piergiorgio Massidda su Casteddu Online appare come un chiaro segnale: l’ex Presidente dell’Autorità Portuale è a disposizione della città, con o senza i partiti. Il suo è un progetto per Cagliari, per i cittadini, non per la politica cagliaritana. Resta da vedere se il centrodestra convergerà sul suo nome o preferirà invece puntare su candidati altrettanto autorevoli, come Giuseppe Farris. Dall’altra parte c’è un Pd appiattito su Massimo Zedda, ma anche molto impaurito: il processo sulle vicende del teatro Lirico, che vedrà come imputato l’attuale sindaco Massimo Zedda, preoccupa e non poco. Ma nessuno ha ancora annunciato se si faranno le primarie. Anzi è stato lo stesso sindaco, sempre su Casteddu Online, ad affermare “non so se ci saranno le elezioni primarie, nel caso parteciperò sicuramente”.
Zedda sa di essere in risalita, anche se è una salita impervia. Ma potrà contare sui risultati dei tanti cantieri aperti, sulla riqualificazione del Poetto e delle piazze, sulle rotatorie e sull’ottimo lavoro di Mauro Coni. Ora però bisognerà valutare l’effetto-Massidda. L’ex Presidente dell’Autorità Portuale ha un rapporto speciale, quasi idilliaco con i cagliaritani: in tanti lo fermano ogni giorno per strada, chiedendogli di scendere in campo. In lui in molti vedono la speranza, in una città oggi semi tramortita dalla crisi economica. La sua possibile candidatura potrebbe portare anche a una vittoria al primo turno, se fosse sostenuta da tutti gli elettori del centrodestra. Oppure paradossalmente favorire il centrosinistra come avvenne alle provinciali del famoso duello Farris- Milia. Nel senso che se Forza Italia andasse allo scontro, Zedda potrebbe godere tra i due litiganti. “Cagliari diventerà la Miami europea” è già una frase che passerà alla storia della prossima campagna elettorale. Forse non quanto la “capitale del mediterraneo” di Floris, che su quell’idea governò per ben dieci anni.
L’impressione è però netta: questa volta non saranno i partiti a decidere l’esito delle comunali. Succede in tanti Comuni: vincono le persone, ormai la gente non si fida più dei simboli. Lo stesso Zedda quattro anni fa vinse perché interpretava il bisogno di cambiare della città, che voleva puntare su un giovane fuori dai soliti schemi. Zedda per tanti cagliaritani ha tradito le attese. Saranno i movimenti, le associazioni, i semplici cittadini ad esprimersi e a individuare il prossimo sindaco, non Renzi o Berlusconi. La lunga campagna elettorale è cominciata lì, a Medau Su Cramu, nell’avamposto tra l’abusivismo edilizio e uno stagno mai realmente realizzato. Simbolo di una Cagliari rimasta a metà strada.













