Classico o senza uvetta e canditi, con crema allo zabaione, glassato o al cioccolato, vegan o light. E ancora: al carciofo spinoso, alla pompia, alla vernaccia, allo gioddu, al mirto, alle mele cotogne, all’abbardente, all’arancia o al mandarino. Fino alle versioni più audaci, con salsiccia secca, pecorino e Grana Padano. È il mondo, sempre più ampio e creativo, del panettone artigianale che anche in Sardegna si conferma protagonista assoluto delle festività natalizie.
Accanto ai gusti più ricercati, come quello al cioccolato fondente con granella di nocciole o alle pere con zucchero di canna, ci sono panettoni pluripremiati a livello internazionale, capaci di conquistare mercati lontani come quello cinese, certificati Kosher per i consumatori di fede ebraica, esposti nelle vetrine della Fifth Avenue di New York o offerti agli ospiti dei grandi grattacieli di Dubai.
“Da qualche anno sempre più consumatori scelgono il panettone artigianale, per un giro d’affari nazionale stimato in 109 milioni di euro – spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – non solo in Italia ma in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti dove è diventato una vera e propria ossessione. È un’opportunità di business importante anche per le piccole imprese alimentari sarde. L’invito è quello di acquistarlo nelle botteghe e nei punti vendita che valorizzano i prodotti artigianali locali”.
Secondo gli alimentaristi di Confartigianato, dopo i forti rincari del 2024, nel 2025 i prezzi dei panettoni artigianali mostrano un andamento più stabile. Resta però fermo un principio: il valore del prodotto è legato alla qualità del processo produttivo e non alle fluttuazioni di breve periodo, con ricadute positive anche sull’economia locale.
Per i pasticceri di Confartigianato Sardegna, panettone e pandoro restano un’eccellenza della gastronomia italiana, simboli irrinunciabili delle feste natalizie e sempre più apprezzati anche fuori stagione, nelle versioni estive più leggere o con farciture a base di frutta fresca e gelato.
“È un dolce che rappresenta l’orgoglio dell’artigianato alimentare sardo e italiano – aggiunge Meloni – perché racconta una tradizione che si rinnova grazie a passione, ingegno e capacità di investire, nonostante l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia”.
Un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato evidenzia come i prodotti da ricorrenza continuino a mantenere una solida quota di mercato. Sei famiglie su dieci acquistano dolci delle feste, privilegiando quelli tradizionali e contribuendo alla crescita del comparto artigianale. Il mercato dei panettoni da forno conta 4,9 milioni di pezzi venduti, per un valore complessivo di 109 milioni di euro, con gli artigianali che superano il 50% del valore totale.
Una recente analisi Nielsen conferma il panettone come dolce preferito dagli italiani, con un interesse crescente anche al di fuori del periodo natalizio: quasi il 40% dei consumatori lo acquisterebbe tutto l’anno. Il segmento artigianale è trainato da una clientela attenta alla qualità e ai prodotti premium, spinta da fattori come il packaging, il passaparola, le recensioni online e la notorietà del pasticcere.
Attenzione però al momento della scelta. “Se si fa presto a dire, e soprattutto, a scrivere “artigianale” sulle decine, o centinaia, di tipi di panettoni messi in questo periodo a disposizione in panifici, pasticcerie ed esercizi commerciali – continua il presidente di Confartigianato Sardegna – al contrario è più difficile dimostrare la loro “genuinità artigiana”. Quindi, come riconoscere il vero prodotto artigianale sardo? L’unica soluzione è leggere bene l’etichetta, che rappresenta una obbligatoria e precisa “carta di identità”, all’interno della quale devono essere riportati ingredienti e allergeni. Soprattutto, è necessario stare attenti all’assenza di “agenti chimici” e conservanti o altri ingredienti propri delle produzioni industriali in serie. Anche il packaging è sempre più un elemento distintivo e di valore, soprattutto se si tratta di un dono natalizio.












