Pasta si ma quale ?
A cura di Raffaella Aschieri (DietistaMenutrix)
I professionisti dell’alimentazione e della dieta sono ormai abituati a ogni genere di domanda. Sempre piu’ spesso chi si rivolge a un nutrizionista, dietista o dietologo chiede se è possibile inserire nella dieta dimagrante, ma anche di mantenimento alimenti di tradizioni gastronomiche non italiane e mediterranea. Il super mercato del Food non si fa mancare niente quindi ci sono richieste per il sushi almeno una volta alla settimana o qualche piatto della cucina cinese o indiana, cucina Argentina come l’Angus e chi più ne ha ne metta.
Ora e’ la volta degli spaghetti Sharataki. Ci sono già da alcuni anni sugli scaffali dei mercati alimentari ma, i più, solo ora li richiedono nella dieta settimanale. Personalmente sono sempre per la dieta mediterranea con prodotto locale, possibilmente regionale. Fanno bene alla salute e alla economia. Tuttavia penso che chi ama la cucina e sperimentare nuovi sapori ha il diritto di provare e sperimentare. Tanto piu’ che i divieti assoluti, nella psicologia della persona che si sottopone a dieta, molto spesso causano malumori e aumentano la voglia di trasgredire alle regole stabilite nel proprio piano. Ma cosa sono gli spaghetti Shirataki? Gli shirataki sono degli spaghetti senza glutine, senza carboidrati con un bassissimo apporto calorico ma con un alto contenuto di fibre. 100 grammi di Shiritaki hanno circa 10 calorie e hanno anche la capacità di dare un senso di sazietà immediato: la fibra vegetale che forma gli spaghetti assorbi infatti moltissima acqua e questa sua particolarità consente di aumentare la sua massa. Gli shirataki sono di origine Giapponese e vengono prodotti dalla radice di Konjac: questa è ricca di glucomanna, la fibra che consente a questi spaghetti di avere tutte queste diciamo qualità. Personalmente non li consigliere. Assomigliano agli spaghetti di Soia ma non hanno un loro proprio sapore. Anzi non sanno proprio di niente. Non mi hanno convinto. Inoltre la busta che li contiene ( sono immersi nell’ acqua) ha un odoraccio tremendo. Un altro punto ha sfavore e’ il un prezzo: un pacco puo’ costare anche 4 euro 50. Ma il motivo per cui diventa impossibile approvarli come alimento quotidiano e’ solo uno: le calorie non devono far paura, anzi. Se ben programmate, ci fanno stare bene, ci consentono di mangiare piatti gustosi della tradizione e dimagrire. Ci si dimentica troppo spesso che in un regime dimagrante un pranzo degno di questo nome ha sempre fra le 500 e le 700 Kcal. ..che sono piu’ che sufficienti per inserire ad esempio 100 g di buone pappardelle al ragù condite con la giusta misura di olio. Per cui scegliete pasta mediterranea che sia fresca o di grano duro e/o integrale ma non cedete alle mode e a surrogati che alla lunga metteno alla prova salute e pazienza senza arrivare mai alla forma desiderata. Per inciso un piatto come papardelle hanno per 100 g 420 kcal 21,60 P 67,76 G 8,80 L











