Ha atteso, con pazienza ma anche con rabbia, che arrivasse il suo turno per il vaccino. Lei, diabetica e malata oncologica, invalida al 74 per cento, racconta di una situazione ai limiti dell’inferno in terra, negli hub vaccinali della Fiera. Rosalba Tronu, 67enne cagliaritana, viene messa in lista per il vaccino contro il Covid venerdì scorso. “Appuntamento alle 16:45. Sono arrivata alle 16:20 e mi sono messa in fila. Speravo servissero pochi minuti”. E invece no: “Dopo due ore di attesa sotto il sole mi hanno mandata a casa padiglione D. Poco dopo, però, sono venuti a dirmi che, viste le mie patologie, dovevo andare al G”. La Trogu tira un sospiro di sollievo, il vaccino sembra avvicinarsi. No: “Nel padiglione c’erano 50 persone, alla fine mi hanno vaccinata con Moderna alle 20:15. Quando sono uscita ero distrutta, per fortuna mio marito mi ha aspettato con l’auto”.
La rabbia della donna è tanta: “È assurdo non aver creato corsie preferenziali, per davvero, a chi ha serie patologie come me. E mi hanno anche fissato il richiamo per il prossimo 4 giugno. Peccato che, per quella data, non sarò nemmeno in Sardegna perché devo andare ad un matrimonio. L’ho spiegato, lì alla Fiera. Mi hanno risposto di venire, al mio ritorno, da loro, per ricordargli che devo avere la seconda dose. Ma sono preoccupata: ci sarà davvero?”.











