“È stupefacente la leggerezza con cui gli esponenti della Giunta Todde facciano trapelare pubblicamente personali interpretazioni riguardo a riunioni operative su materie delicate come la gestione delle carceri e la detenzione dei soggetti sottoposti al regime di 41-bis”. Lo dichiarano in una nota Salvatore Deidda, Barbara Polo, Gianni Lampis, Giovanni Satta Deputati e Senatori di Fratelli d’Italia .
Secondo gli esponenti di FdI, l’atteggiamento della Regione rischia di generare un clima di tensione sociale ingiustificato: “Chi riveste ruoli istituzionali dovrebbe esprimere le proprie posizioni con senso di responsabilità, senza scaricare paure infondate sui cittadini. Quanto sta accadendo dimostra solo una profonda inadeguatezza nel gestire dossier complessi”.
I parlamentari di Fdi ricordano come il quadro normativo sia chiaro e consolidato, i 41 bis ci sono sempre stati in Sardegna ma sottolineano il cambio di passo impresso dall’attuale Esecutivo: “La legge (Art. 41-bis, comma 2-quater, O.P.) prevede da sempre che questi detenuti siano collocati in istituti o sezioni speciali dedicate, preferibilmente nelle isole, sotto la sorveglianza di reparti specializzati. È avvenuto sotto ogni colore politico, inclusi i governi a guida 5 Stelle e PD. Tuttavia, il Governo Meloni ha introdotto chiarimenti e migliorie fondamentali per la sicurezza del territorio”.
Nello specifico, sottolineano quattro punti chiave che smontano la narrativa dell’allarmismo:
• Strutture dedicate: I detenuti saranno ospitati esclusivamente in strutture o sezioni apposite e appositamente ristrutturate.
• Fine della promiscuità: Non ci sarà più alcuna commistione tra i detenuti al 41-bis e quelli appartenenti ad altri circuiti penitenziari.
• Personale specializzato: La sorveglianza sarà affidata esclusivamente al G.O.M. (Gruppo Operativo Mobile), personale altamente formato in grado di garantire i massimi standard di sicurezza.
• Nessun rischio infiltrazioni: “Non esiste alcuna evidenza di spostamenti di massa dei familiari dei detenuti verso i territori di detenzione,” spiegano in Fdi. “I clan restano nei territori di loro ‘competenza’ o scelgono altre zone per scopi puramente economici; il luogo di detenzione dei parenti è un fattore assolutamente indifferente per le dinamiche criminali”.
“Invece di alimentare polemiche sterili, la Giunta regionale dovrebbe collaborare per garantire il rispetto delle leggi e la lotta alla malavita organizzata e alla sicurezza del personale penitenziario e di tutti i cittadini”
Secondo gli esponenti di FdI, l’atteggiamento della Regione rischia di generare un clima di tensione sociale ingiustificato: “Chi riveste ruoli istituzionali dovrebbe esprimere le proprie posizioni con senso di responsabilità, senza scaricare paure infondate sui cittadini. Quanto sta accadendo dimostra solo una profonda inadeguatezza nel gestire dossier complessi”.
I parlamentari di Fdi ricordano come il quadro normativo sia chiaro e consolidato, i 41 bis ci sono sempre stati in Sardegna ma sottolineano il cambio di passo impresso dall’attuale Esecutivo: “La legge (Art. 41-bis, comma 2-quater, O.P.) prevede da sempre che questi detenuti siano collocati in istituti o sezioni speciali dedicate, preferibilmente nelle isole, sotto la sorveglianza di reparti specializzati. È avvenuto sotto ogni colore politico, inclusi i governi a guida 5 Stelle e PD. Tuttavia, il Governo Meloni ha introdotto chiarimenti e migliorie fondamentali per la sicurezza del territorio”.
Nello specifico, sottolineano quattro punti chiave che smontano la narrativa dell’allarmismo:
• Strutture dedicate: I detenuti saranno ospitati esclusivamente in strutture o sezioni apposite e appositamente ristrutturate.
• Fine della promiscuità: Non ci sarà più alcuna commistione tra i detenuti al 41-bis e quelli appartenenti ad altri circuiti penitenziari.
• Personale specializzato: La sorveglianza sarà affidata esclusivamente al G.O.M. (Gruppo Operativo Mobile), personale altamente formato in grado di garantire i massimi standard di sicurezza.
• Nessun rischio infiltrazioni: “Non esiste alcuna evidenza di spostamenti di massa dei familiari dei detenuti verso i territori di detenzione,” spiegano in Fdi. “I clan restano nei territori di loro ‘competenza’ o scelgono altre zone per scopi puramente economici; il luogo di detenzione dei parenti è un fattore assolutamente indifferente per le dinamiche criminali”.
“Invece di alimentare polemiche sterili, la Giunta regionale dovrebbe collaborare per garantire il rispetto delle leggi e la lotta alla malavita organizzata e alla sicurezza del personale penitenziario e di tutti i cittadini”
Distinti saluti
Salvatore Deidda
Barbara Polo
Gianni Lampis
Giovanni Satta











