Sono 67 le aree ‘candidate’ ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Quattordici nell’Isola 4 nella provincia di Oristano e altre 10 a cavallo tra Campidano e Sulcis. E’ stata pubblicata nel cuore della notte la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico. La Carta, elaborata in base ai criteri previsti dall’Ispra nella Guida Tecnica n.29, oltre che in base ai requisiti indicati nelle linee-guida dell’International Atomic Energy Agency (Iaea), individua 67 aree idonee per l’infrastruttura che da cronoprogramma dovrebbe funzionare a partire dal 2025.
“Come si vede, nonostante le “rassicurazioni”, la Sardegna è ben presente nella testa di “qualcuno””, scrive il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, “come Deposito Nazionale. Così facendo si tralascia il clamoroso rischio del trasporto per mare che – in un’epoca di forti sommovimenti nel Mediterraneo – rappresenta un rischio intollerabile per qualunque cervello mediamente funzionante (incidenti, attentati, assalti etc).
Credo che la Sardegna debba continuare ad esplicitare la sua più netta contrarietà ad ogni ipotesi di questo tipo non per la “Sindrome Nimby”, ma per una questione di sicurezza pubblica.”
L’Anci Sardegna aveva detto no al deposito di scorie in Sardegna: perché le condizioni di insularità aggravano i rischi nei trasporti per l’ambiente e per l’economia della Sardegna, per l’aumento delle condizioni di inquinamento in territori già gravemente compromessi e individuato come SIN dallo Stato e
per l’aumento delle condizioni di servisti già gravanti in maniera pesantissima sul territorio sardo. L’Isola si era già espressa con un no al referendum nel 2013.
Ora il Governo attende le autocandidature da parte dei territori interessati. Se non dovessero arrivare proposte sarà Sogin a scegliere il sito.








