La sanità sarda è ancora in codice rosso, a distanza di anni, a metà dicembre 2023, c’è davvero poco da stare allegri. Non sembra siano servite le “iniezioni economiche” della Regione per snellire i tempi di attesa, ogni giorno anche la nostra redazione riceve lamentele di pazienti, così come niente è stato fatto per portare più personale negli ospedali. E le fotografie drammatiche arrivano dal Santissima Trinità e dal Policlinico di Monserrato, ma nel mazzo della disperazione ci finisce anche il Brotzu. Ambulanze incolonnate o sparpagliate, poco cambia: a bordo ci sono malati, più o meno gravi, che attendono di essere visitati. L’odissea parte dal capoluogo, almeno a livello temporale: stamattina otto ambulanze in attesa, dentro il pronto soccorso pazienti sulle barelle in attesa di essere sbarellati, tutti con mascherina per proteggersi ma, allo stesso tempo, sfiancati dalle lunghe file. Una 55enne, alla fine, nonostante una lombosciatalgia, ha firmato il foglio e ha lasciato il piazzale di Is Mirrionis con le sue gambe, probabilmente dopo avere chiamato un parente, liberando un equipaggio del 118 in attesa da quasi quattro ore. Sono gli stessi soccorritori a raccontarci i drammi, in prima persona e sotto la protezione dell’anonimato: chi ci mette la faccia rischia grosso, ma dicono la verità perchè basta fare una videochiamata con lo smartphone per avere conferma, in tempo reale, dell’inferno.
A Monserrato i numeri fanno paura, e li mostra il monitor regionale del pronto soccorso: ventisei pazienti in attesa, quindici sono “gialli” e dentro ce ne sono una ventina. Ambulanze parcheggiate dalle sedici, i volontari attendono l’eventuale cambio e, nel frattempo, contattano Casteddu Online e denunciano. C’è chi ha a bordo un 25enne con il legamento crociato di una gamba rotto, a distanza di una settimana da una partita di calcetto. I soccorritori sono andati a prenderlo nella sua facoltà: “Ma qui ci sono anche anziani con l’ossigenoterapia e altri pazienti che sono arrivati da Quartu, Dolianova, Sinnai e da altri paesi dell’hinterland”, racconta uno dei soccorritori in tuta arancione accesa mentre, nervosamente, fuma l’ennesima sigaretta nel lungo viale esterno del Policlinico. “Il personale medico è insufficiente, non possiamo avere solo due dottori in un pronto soccorso. Qui l’incubo non è mai finito e la colpa è tutta della Regione. Chi ci governa deve vergognarsi”. E non va meglio al Brotzu, in un mercoledì sera che segna nel più grosso ospedale della Sardegna ben trentuno pazienti in attesa di essere visitati e nove che hanno superato il triage iniziale.









