Molti cagliaritani fanno già i “salti di gioia” all’idea di poter avere un punto Decathlon in città. Probabilmente a Santa Gilla, dal 2020, stando a vari “rumors” confermati da più di un sindacato: le manovre sarebbero già in atto, e la partita sarebbe tutta con il futuro “inquilino” della struttura vista laguna, Conad. Salvo cambi dell’ultimo minuto, tra quattro mesi ci sarà il cambio di insegne con l’attuale Auchan. Un’ipotesi sempre più concreta che fa molta paura a chi, magari anche da decenni, vende magliette e scarpe sportive in questa o quella via di Cagliari.
A confermare le ansie dei negozianti è Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio: “Realtà come quelle di Decathlon hanno prezzi appetibili, anzi, hanno un vero e proprio ‘primo prezzo’” che porta le persone a macinare anche molti chilometri con l’automobile pur di andare a comprare da loro, “premiandoli”. L’arrivo del colosso francese specializzato in abbigliamento e accessori sportivi “fa tremare tutti i nostri commercianti, per loro sarà un colpo grosso”, spiega Scura, che ogni giorno raccoglie “le paure e le ansie di chi continua a tenere aperta un’attività commerciale”. I soldi, alla fine della giostra, non sono molti. Almeno, non quelli dentro i portafogli di tanti cagliaritani: “Alla fine i piccoli puntano sulla qualità del servizio dato”, mentre i “big” del commercio avrebbero dalla loro parte soprattutto “prezzi che li premiano. Non hanno roba scadente”, riconosce Scura. Ma il problema, tirando le somme, rimane sempre uno: se una realtà come Decathlon aprirà davvero a Cagliari, chi gestisce un negozio di quaranta o anche novanta metri quadri nelle vie dello shopping, vendendo la stessa tipologia di merce, riuscirà a sopravvivere? “Ce lo auguriamo”, afferma, incrociando le dita, Scura.










