Gestore di una delle palestre più frequentate di Cagliari spiega: “Sia noi che tutte le altre palestre non avremmo difficoltà, siamo pronti già da tempo e si tratta solo ed esclusivamente di ripartire”. Sono vietate le docce, distanziamento obbligatorio, sanificazione degli attrezzi, calzature da utilizzare solo all’interno del centro: le regole già previste da un anno, insomma, ma “per gli sport di gruppo possiamo lavorare però distanziati. È possibile fare sport di gruppo anche in sala ma non riprendiamo con molte attività perché, chiaramente, aprendo a giugno, dobbiamo cercare di capire se le persone preferiranno deviare sul mare, e continuare con le attività all’aperto che hanno iniziato, oppure ripiegare nuovamente sulla palestra. Si scoprirà solo dopo che abbiamo riaperto e solo dopo che l’attività riprende. È un anno particolare sicuramente, la stagione per noi non inizia a giugno perché è il mese in cui abbiamo una flessione, però era importante cominciare e prenderemo tutti gli accorgimenti del caso.
Noi abbiamo tenuto fermi più di 35 collaboratori per tutto questo periodo ma credo che il problema, alla fine, sia per tutti, grandi e piccole attività, perché quando non si lavora per un anno non si può pensare che l’anno prossimo si recuperi quello che non si è fatto in un anno: ci vorranno quattro o 5 stagioni per recuperare questa perdita di esercizio. Ora l’importante è lavorare poi gli accorgimenti li prendiamo cammin facendo.
Ho notato adesso, come non mai, moltissime persone hanno iniziato a fare attività all’aperto perché avevano bisogno e perché non potevano fare altro. In tanti si sono avvicinati allo sport e questa potrebbe essere una marcia in più, forse l’unica nota positiva e speriamo che non si siano appassionati troppo allo sport all’aria aperta e ritornino anche nelle palestre.
È stata dura ed è ancora dura, perché la volta precedente che ci hanno fatto riaprire, dopo pochi mesi ci hanno fatto richiudere e, quindi, io spero che quello sia solo un brutto ricordo e che non si riproponga una situazione del genere”.
Risentite qui l’intervista del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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