“Sulla privatizzazione degli scali e la creazione di un unico polo industriale di gestione aeroportuale in Sardegna – sostiene Alessandro Sorgia – stiamo assistendo a un teatrino che vede protagonista la Presidente Todde”.
Il consigliere ricorda come nel 2024 fosse stato firmatario di una interrogazione indirizzata alla Governatrice, nella quale denunciava la contraddizione tra le posizioni espresse in campagna elettorale e le scelte compiute successivamente:
“Dopo mesi di proclami contro la privatizzazione degli aeroporti isolani, la Presidente, senza alcun confronto con il Consiglio Regionale, scrive alla Camera di Commercio di Cagliari e Oristano per comunicare la disponibilità della Regione Sardegna a entrare nel capitale sociale della costituenda società di gestione unitaria degli scali di Olbia, Alghero e Cagliari”.
Un processo già oggetto di pareri della Corte dei Conti, pronunce del TAR e rilievi del collegio dei revisori di SOGAER S.p.A., che hanno evidenziato la necessità di una procedura a evidenza pubblica per qualsiasi cessione ai privati.
“Ci troviamo di fronte – aggiunge Sorgia – a una vera e propria svendita dell’aeroporto di Cagliari, che negli anni ha dimostrato come una gestione pubblica possa essere ordinata, profittevole e generare utili.
Trovo assurdo che la Presidente non abbia sentito il bisogno di riferire all’Aula prima di assumere una decisione così importante”.
Oggi, la situazione appare ancora più grave: “Il caso emblematico è quello del Mameli di Cagliari-Elmas – sottolinea Sorgia – uno scalo che macina utili e che deve passare al fondo di investimento F2I Ligantia senza un motivo apparente.
Una struttura costata oltre 200 milioni di euro, finanziata da Stato e Regione, che oggi rischia di essere ceduta con l’aggiunta di ulteriori 30 milioni se la Regione confermerà la spinta verso la privatizzazione”.
Il consigliere conclude: “Chiediamo chiarezza immediata: la Presidente Todde deve spiegare se la Regione entrerà nel capitale sociale della futura società di gestione aeroportuale, con quali quote e quali poteri.
Non possiamo accettare che un bene pubblico strategico venga ceduto senza trasparenza e senza confronto con il Consiglio”.











