Da Capoterra a Roma per il Giubileo dei cori: un’esperienza da portare nel cuore. A scrivere è Mariangela Marras:
“Roma ci ha accolti come solo una città dal cuore antico e vibrante sa fare.
Siamo partiti da Capoterra in 77:
77 voci, 77 cuori, un unico coro che racchiude età, storie e sensibilità diverse. Dai più piccoli, emozionati e curiosi, ai più grandi: tutti insieme, con quello spirito semplice e autentico che ci contraddistingue, per vivere il Giubileo delle Corali 2025.
Sono stati giorni intensi, vissuti fianco a fianco, condividendo risate, stanchezza, meraviglia.
L’emozione più grande? Cantare davanti alla tomba di Papa Francesco.
Un silenzio denso, quasi palpabile, e poi le note che si intrecciano, si alzano leggere, diventano preghiera, gratitudine, promessa.
Gli Juvenes Cantores, inoltre, hanno fatto parte del Concerto di Gala di sabato sera, durante il quale è stato eseguito integralmente il Messiah di Händel nella maestosa Basilica di San Giovanni Bosco.
E come se non bastasse, la conclusione: la celebrazione insieme al Papa. Un dono inatteso nella sua intensità, un momento che rimarrà inciso nella memoria di ciascuno di noi.
Siamo tornati a casa con l’anima più leggera e il cuore pieno di musica. Con la consapevolezza che la fede cantata crea legami, fortifica comunità, avvicina le persone.
Grazie a tutti — ai bambini e ragazzi instancabili, agli adulti e accompagnatori disponibili.
È stato un Giubileo dei cori da ricordare.
Un dono che custodiremo a lungo”.













