I figli? Manco a parlarne. Il futuro? Un gigantesco punto interrogativo. Storie di ricercatori precari in Sardegna, quelli che ogni sei mesi devono incrociare le dita e sperare di essere confermati per i prossimi dodici mesi. Un “calvario” che porta, indubbiamente, a vivere il presente con un livello di stress molto elevato. Ne sa qualcosa Cristian Caria: 38 anni, lavora al Cnr di Monserrato “dal 2006. Sempre precario. Sono specializzato in studi e ricerche di malattie autoimmuni quali diabete e beta-talassemia. Ho una compagna, per i figli attendiamo tempi migliori, quando ci sarà una vera stabilità”, confessa Caria.
“All’estero non esiste la precarietà, perché grazie alla flessibilità c’è la possibilità di costruirsi, pian piano, un futuro. Qui no, tante volte ho pensato tante volte di andare fuori ma ho fatto una serie di scelte”. E allora, Caria può solo sperare che Governo o Cnr facciano qualcosa per le stabilizzazioni.








