Crescono i contagi in tutta Italia, il picco della quarta ondata a Natale con 30mila positivi al giorno

Brutte notizie dal fronte Covid: la curva ha ripreso inesorabilmente a crescere, così come aumentano i ricoveri negli ospedali dove però la situazione è ancora sotto controllo, con basse percentuali di occupazione dei posti letto. Allarme in Friuli Venezia Giulia, dove le proteste senza regole dei portuali hanno compromesso seriamente la situazione. Le altre regioni sono a rischio moderato.


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Cresce ancora la curva epidemica in Italia con una quarta ondata che non lascia presagire nulla di buono. Secondo gli esperti, infatti, il picco sarà registrato proprio nel periodo di Natale con almeno 30mila contagi al giorno. Intanto, l’incidenza settimanale a livello nazionale continua ad aumentare: 78 per 100mila abitanti (tra il 5 novembre e l’11) contro i 53 della settimana precedente, secondo i dati del flusso del Ministero della Salute. Nel periodo 20 ottobre – 2 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,21, in aumento rispetto alla settimana precedente e stabilmente al di sopra della soglia epidemica. E’ il Friuli Venezia Giulia la regione con livello di rischio attualmente moderato ma “ad alta probabilità di progressione a rischio alto”. Le altre 20 regioni risultano classificate a rischio moderato.

Il tasso di occupazione in terapia intensiva per Covid è al 4,4% contro il 4% dello scorso 4 novembre. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 6,1% contro il 5,3% al 28/10.E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla Cabina di Regia coordinata dall’istituto superiore della Sanità.

Intanto, si ripropone il tema della attendibilità dei tamponi rapidi. Utili ma decisamente non infallibili, con una percentuale di falsi negativi che può arrivare addirittura al 30%. “I tamponi rapidi possono arrivare al 30% di falsi negativi. Il risultato dipende da chi li effettua e da che tipo di test effettua”, spiega Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia. “Molto più sensibili i test molecolari. Tuttavia, la questione della validità – da 48 ore per i rapidi e 72 per i molecolari – ha un valore politico e non scientifico”.

Dunque anche il green pass rilasciato dopo il tampone rapido ha il 30% di possibilità di non essere attendibile, e questo spiegherebbe in parte la ripresa dei contagi nonostante l’obbligo diffuso del certificato verde.


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