L’emergenza legata al Coronavirus sta ammazzando, lentamente, migliaia di bar e ristoranti della Sardegna: “Tremila rischiano di chiudere per sempre, il tracollo”. A snocciolare i drammatici dati è il segretario regionale della UilTucs Cristiano Ardau, che stringe tra le mani tutti i numeri, mostruosi, della crisi: “Si tratta di oltre quarantamila dipendenti per tutto il comparto. Un problema che riguarda non solo la ristorazione e i pubblici esercizi, ma anche tutto l’indotto. Aziende e microaziende sarde che riversano il proprio flusso economico sul territorio”. Vuol dire che, in caso di chiusura definitiva, mancherebbero molti ma molti soldi in tutta l’Isola: “Manca la programmazione”, attacca Ardau, “non si possono ordinare chiusure dall’oggi al domani. Sono state annullate prenotazioni, la merce è stata rispedita ai fornitori. I ristoratori chiedono rispetto”. E i numeri, quindi, fanno davvero paura: “C’è stata una contrazione del lavoro del 30 per cento”, vale a dire tanti nuovi disoccupati, “la maggiora parte nel settore dei servizi”.
E Ardau, che domani sarà in prima linea per manifestare insieme a ristoratori e anche artigiani disperati, si scaglia contro le misure imposte dal Governo: “I protocolli vengono rispettati da baristi e ristoratori. Prendere un caffè fuori e non dentro un bar non serve per evitare assembramenti, quelle del Governo sono misure senza alcun senso anche dal punto di vista sanitario”. E il peggio è dietro l’angolo: “Ora tutto il settore è anestetizzato per via del blocco dei licenziamenti. Quando sarà tolto ci sarà un vero tracollo del settore e drammi sociali. E i ristori sono insufficienti, coprono appena l’otto per cento delle perdite del fatturato. Molte realtà sono destinate a chiudere”.










