Vaccini anti Coronavirus arrivati, in Sardegna, ma non per tutti. I giovani medici specializzandi sono sul piede di guerra: le dosi sinora arrivate sono state utilizzate per il personale sanitario, ma non per loro. E monta la protesta dell’associazione di rappresentanza ALS-Associazione Liberi Specializzandi e il sindacato dei giovani medici ANAAO: “In Sardegna gli specializzandi, i giovani medici al servizio della nostra comunità, non vengono vaccinati. Questa è la sconcertante notizia che si diffonde nei reparti delle strutture ospedaliere sarde. Sembra incredibile, ma l’associazione Dipartimento Medico ha appreso dai suoi soci in corsia, in particolare dai medici in formazione presso l’Aou di Cagliari, che nonostante le continue richieste ai direttori di scuola e da quest’ultimi di riflesso all’azienda sanitaria, ad oggi non esista una calendarizzazione ufficiale per tutelare la salute e il lavoro dei colleghi”.
“Spiace poi constatare che le dosi
di vaccini Pfizer, che sarebbero dovute essere adoperate per garantire la vaccinazione dei medici specializzandi, sembra siano state somministrate primariamente ai lavoratori persino di ditte esterne, piuttosto che ai giovani colleghi, che l’azienda dovrebbe ricordare essere personale sanitario impegnato nel fronteggiare la pandemia Covid-19 e con una valutazione di rischio più alta come da piano vaccinale nazionale. Per questo motivo l’associazione Dipartimento Medico, sentiti i suoi delegati specializzandi, appresa la volontà dei rappresentanti dei consigli di scuola, in collaborazione con l’associazione di rappresentanza ALS-Associazione Liberi Specializzandi e il sindacato dei giovani medici ANAAO sta coordinandosi per indire una sciopero o una sospensione delle attività formative da parte dei colleghi in formazione. In questo modo, si spera che l’AOU prenda atto della grave situazione in cui versano i medici del policlinico universitario e dia ufficiale e immediata comunicazione della calendarizzazione della vaccinazione degli specializzandi agli uffici competenti. Non è accettabile, dopo 10 mesi di pandemia durante i quali gli specializzandi non si sono mai tirati indietro, che un muro portante della sanità italiana, come i giovani medici in formazione, venga escluso dal sacrosanto diritto di proteggersi e di proteggere i propri pazienti”.












