Oggi le bacheche del popolare social network Facebook sono invase da frasi, citazioni, foto sull’8 marzo, la Giornata Internazionale delle Donne. Pensieri in libertà pro e contro questa ricorrenza. Ma cosa pensano le donne cagliaritane di questa festa? Analizzando tantissmi messaggi emerge prepotentemente un sentimento anti 8 marzo. Oltre ai luoghi comuni sulla festa che occupano indiscriminatamente bacheche di donne e uomini, si passa a riflessioni più profonde come quelle che riportiamo in questo articolo.
Il sentimento di tante donne è proprio contro l’iprocrisia che si cela dietro questa ricorrenza. Il leitmotiv è “ non vogliamo essere festeggiate, ma solo essere rispettate, tutto l’anno, non solo l’8 marzo. I numeri agghiaccianti della violenza sulle donne in Italia e nel mondo, porta a un dibattito serio su un fenomeno dilagante e un problema presente nella nostra società: una donna su tre viene uccisa dal compagno, marito, ex. C’è poco da festeggiare, ma tanto da fare invece per arginare questo fenomeno.
C’è chi scrive, come la cagliaritana Cassandra Veri: “Quest’anno non festeggerò l’8 marzo, e non accetterò auguri, come potrei? Non posso far finta che tutto sia semplicemente normale e tutto risolto. Non basta riempirci la bocca di parole come femminicidio, rispetto, se poi basta semplicemente aprire una pagina di un social network, guardare una copertina patinata di una rivista, sentire un telegiornale per capire che abbiamo sbagliato tutto, ancora e ancora. Anche se poi la mercificazione del corpo della donna forse è l’ultimo dei problemi. Ogni giorno una donna subisce vessazioni, abusi, violenze domestiche, stalking da uomini che dichiarano di amarle, di non poter vivere senza di loro. Questa forma di egoismo e possessione li trasforma in mostri e spesso solo annientandole psicologicamente o uccidendole placa questa sete di possesso e ossessione. Ogni nostro gesto, comportamento può essere travisato giudicato. Le donne sono bottino di guerra, rapite per dare piacere ai combattenti. Ancora oggi, molti datori di lavoro pretendono prima di assumerti che tu firmi una clausola dove accetti di non concepire figli. Bimbe private di una parte del proprio corpo per impedire il piacere sessuale. In Italia c’è chi va in giro a promuovere un libro dove la donna deve essere sottomessa al marito. Non vogliamo essere festeggiate ma vogliamo solo essere rispettate, aiutateci perché da sole non possiamo, non girate lo sguardo da un’altra parte.”
Claudia Zuncheddu, Segretario del movimento politico indipendentista Sardigna Libera si scaglia contro l’ipocrisia di questo giorno e scrive: E’ 8 Marzo. Un giorno tra l’inverno e la primavera, un giorno colorato di giallo mimosa e risvegliato da qualche sussulto in giro, qui e là, per ricordare che in questo mondo di disastri esistono anche le donne. Tante le scarpe rosse per ricordare…. Ma tutto questo non basta. Stop alla strage delle mimose e a quel mondo maschile e maschilista che festeggia anch’esso l’8 Marzo per poi appropriarsi e gestire a modo suo tutti gli altri giorni dell’anno. E’ questo potere perverso maschile e maschilista che ha rovesciato il mondo, l’ha incendiato di guerre e di ingiustizie, nega i diritti inalienabili ai più fragili, affama i Popoli, li massacra in massa, li fa fuggire per poi farli morire nei deserti e nel mare. E’ lo stesso mondo maschile affamato di potere, ignorante e poco evoluto che uccide le donne. E’ quello che fa leggi per negare alla società sarda il diritto a un’equa rappresentanza nelle istituzioni, escludendo quindi le donne dai processi politici e decisionali per i nostri territori e le nostre collettività. Tutto ciò benchè in Sardegna le donne rappresentino oltre il 50% della società. Con la bellissima e simbolica foto del raffinato Renato D’Ascanio, Auguro a tutte le donne e agli uomini più evoluti e sensibili che il Buon 8 Marzo sia l’alba di un Buon Anno di 365 giorni.”
C’è poi chi rivolge un pensiero anche alle donne che fuggono da paesi dilaniati dalla guerra, come fa Teresa Concu: “La donna migrante affronta immani pericoli e sofferenze nel suo percorso in cerca di salvezza per sè e per i suoi piccoli.. Non dimentichiamole mai”.
Durissima contro questa ricorrenza anche il consigliere comunale di Quartu, Valeria Piras: “La festa della donna è una ricorrenza che non ho praticamente mai festeggiato, se non con qualche cena tra amiche. Colgo l’occasione però per fare una riflessione sul ruolo fondamentale che il genere femminile ricopre nella società. Donne sempre più multitasking, svolgono tanti ruoli in contemporanea e cercano di farlo al meglio. Oramai anche la politica, per fortuna, non è più solo una prerogativa maschile, vuoi perché alcune leggi hanno promosso la parità di genere e vuoi perché la donna ha preso consapevolezza. A breve tanti Comuni saranno chiamati alle urne, io auspico che siano tante le donne elette nei vari consigli comunali, così come è accaduto in quello in cui appartengo. La nostra sensibilità, la nostra attenzione e capacità organizzativa dev’essere vista come risorsa.”
Considerazioni profonde argomentate che favoriscono un sano dibattito come il post scirtto da Caterina Mameli:questo lo scrisse Giovanni Paolo II, nel lontano 1995, non un manipolo di intellettuali progressisti, ma spesso i cattolici non si prendono la briga di studiare la loro stessa dottrina. “…Ma il grazie non basta, lo so. Siamo purtroppo eredi di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, non di rado emarginata e persino ridotta in servitù. Ciò le ha impedito di essere fino in fondo se stessa, e ha impoverito l’intera umanità di autentiche ricchezze spirituali. Non sarebbe certamente facile additare precise responsabilità, considerando la forza delle sedimentazioni culturali che, lungo i secoli, hanno plasmato mentalità e istituzioni. Ma se in questo non sono mancate, specie in determinati contesti storici, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente. Tale rammarico si traduca per tutta la Chiesa in un impegno di rinnovata fedeltà all’ispirazione evangelica, che proprio sul tema della liberazione delle donne da ogni forma di sopruso e di dominio, ha un messaggio di perenne attualità, sgorgante dall’atteggiamento stesso di Cristo. Egli, superando i canoni vigenti nella cultura del suo tempo, ebbe nei confronti delle donne un atteggiamento di apertura, di rispetto, di accoglienza, di tenerezza. Onorava così nella donna la dignità che essa ha da sempre nel progetto e nell’amore di Dio. Guardando a Lui, sullo scorcio di questo secondo millennio, viene spontaneo di chiederci: quanto del suo messaggio è stato recepito e attuato? Sì, è l’ora di guardare con il coraggio della memoria e il franco riconoscimento delle responsabilità alla lunga storia dell’umanità, a cui le donne hanno dato un contributo non inferiore a quello degli uomini, e il più delle volte in condizioni ben più disagiate. Penso, in particolare, alle donne che hanno amato la cultura e l’arte e vi si sono dedicate partendo da CONDIZIONi di SVANTAGGIO, ESCLUSE SPESSO DA UN’EDUCAZIONE PARITARIA, ESPOSTE alla SOTTOVALUTAZIONE , al misconoscimento ed anche all’espropriazione del loro apporto intellettuale. Della molteplice opera delle donne nella storia, purtroppo, molto poco è rimasto di rilevabile con gli strumenti della storiografia scientifica. Per fortuna, se il tempo ne ha sepolto le tracce documentarie, non si può non avvertirne i flussi benefici nella linfa vitale che impasta l’essere delle generazioni che si sono avvicendate fino a noi. Rispetto a questa grande, immensa « tradizione » femminile, l’umanità ha un debito incalcolabile. Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l’aspetto fisico che per la competenza, la professionalità, le opere dell’intelligenza, la ricchezza della loro sensibilità e, in definitiva, per la dignità stessa del loro essere!”
Ancora duri attacchi come quello di Maria Azzurra Lai: Oggi è l’8 Marzo e non ammetto Auguri e ormai lo sapete. Questo giorno si è ridotto ad un tripudio di mimose, cene, spogliarelli e ipocrisie. Nulla di più distante dallo spirito con cui Rosa Luxemburg, l’aquila del proletariato mondiale, propose, in ricordo del tragico incendio in cui perirono 129 operaie, la data dell’8 marzo come giornata di lotta internazionale della donna. Ebbene noi non abbiamo proprio nulla da festeggiare. I diritti non sono più diritti, la contrattazione sindacale vissuta con fastidio e concepita come puro atto notarile che deve mettere il sigillo di approvazione nelle scelte prese nei consigli di amministrazione, senza mai sindacare sugli indirizzi suicidi o cervellotici che questi assumono.Se facciamo un bilancio di quest’anno prevalgono le giornate in cui abbiamo sentito dentro di noi sdegno e indignazione. Ogni giorno è un bollettino di guerra: 1-Donne uccise da uomini che rivendicano la loro nuda proprietà. 2-Donne umiliate, stuprate e spesso minacciate. Donne che non vengono tutelate in alcun modo dalla legislazione. Donne che se scoprono di aspettare un bambino non possono gioirne pienamente, perché troppo spesso la maternità coincide con un licenziamento o, se si ha la fortuna di poter mantenere il posto di lavoro, con una retrocessione. Donne che se denunciano una violenza devono far fronte anche alle minacce. Donne che, per poter lavorare, scelgono di percepire pochi euro in nero chiudendosi in uno scantinato e andando incontro alla morte. Donne che se scelgono di interrompere una gravidanza devono sentirsi gli occhi puntati addosso. E dover girare più di un ospedale per trovare un medico che non pratichi l’ obiezione. Donne che ogni giorno si impegnano nella propria quotidianità a cambiare l’approccio alla questione femminile e si trovano a fare i conti con una farfalla esibita a tutte le ore (come se non ci fosse altro di cui parlare) da quei media che fino all’altro ieri si dichiaravano amici delle Donne. Donne che non si sentono rappresentate dalla politica e che molto spesso si sentono usate per mere campagne elettorali. Donne che nonostante tutto non si arrendono. Che sanno unirsi quando si c’ è da lottare per un obiettivo comune. Per questo ci chiediamo cosa ci sia da festeggiare, per questo ci rispondiamo che non c’è nulla da festeggiare l’8 marzo, MA SOLO DI LOTTARE PER I NOSTRI DIRITTI. Riflessioni sulla festa della donna:sarà ogni giorno la festa della donna quando non ci saranno più donne uccise, molestate, picchiate, sfigurate da qualcuno che dice di amarle. In ricordo delle vittime di discriminazione e violenza fisica o morale. Per Erika (nome di fantasia) Erika è morta, è morta d’amore, sopra quel letto che le era padrone. Erika è morta in ascensore, Erika è morta senza parole, la paura d’amare l’ha fatta impazzire, sognare, viaggiare senza partire. Erika è morta, è morta per strada, le hanno cucito il sorriso e sul quel volto un triste destino. Erika è morta col suo calore colmo di gioia, ansia e rancore. Il vero scopo è riflettere sulla Giornata Internazionale della Donna, il lutto per le tante donne che non hanno chiesto loro di essere uccise, ma uccise da mani che dicevano di amarle e quindi vittime di omicidio. Questo stesso pensiero lo rivolgiamo anche in rispetto di quelle donne che in silenzio soffrono quotidianamente tra le mura domestiche, di quelle donne vittime di stalking, discriminazione ed ogni altro tipo di violenza. Pari attenzione volgiamolo anche a quelle piccole donne (bambine e adolescenti) vittime a loro volta o figlie di vittime , in quanto anche la violenza effettuata nei confronti di una piccola creatura, che poi diverrà donna, è motivo di riflessione di questa giornata. Non deve essere una giornata di festa nel senso comune del termine ma come giornata di riflessione. Buona giornata
Alice Maxia , istruttrice di pole dance: “Vedo Donne donne pronte a farsi in 4 fra lavoro,casa, famiglia e figli,senza nessun altro al loro fianco, Vedo Donne che ricominciano ogni giorno,apparentemente come se niente fosse,dopo grandi delusioni… Vedo Donne con le palle,che affrontano con coraggio le avversità della vita, Vedo Donne Emancipate e Determinate che svolgono più professioni per rendersi Indipendenti Vedo Donne farsi carico di Importanti “Missioni”,riuscire con Tenacia a perseguire Traguardi Importanti, Vedo Donne che perdono tutto e che con estrema fatica se lo riprendono… Donne Coraggiose che fanno da Madre,Padre,Sorella,Amica… Donne… Auguri a tutte!!!
E ancora Lili Pruna: “Oggi, 8 marzo 2016, digitando la parola “donne” su Google compaiono 294.000 risultati, il primo è “Chat online e incontri a Sestu”. Digitando la parola “uomini” compaiono 65.800.000 risultati, il primo è “Uomini e donne di Maria De Filippi”. E’ questo il mondo in cui viviamo. Auguri alle donne intelligenti e agli uomini che le amano.”









