Coronavirus, i commercianti di Cagliari: “Tasse rinviate al 2030 e raddoppio degli spazi per i tavolini”

Le soluzioni di Confesercenti per la ripartenza dopo l’emergenza sanitaria. “Se occorrerà aumentare le distanze per le sedie e arredi allora servirà più suolo pubblico. Il Cagliari rinuncia al centro commerciale? Ha capito che gli la grande distribuzione è in crisi e gli investimenti nel settore non sono più redditizi”


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Tasse del 2020 dilazionate fino al 2030 e raddoppio delle superfici di suolo pubblico  in concessione allo stesso costo. E’ la ricetta di Confesercenti Cagliari per la ripartenza dopo l’emergenza sanitaria. Il mondo del piccolo commercio è in attesa di capire come verrà speso il miliardo promesso da Solinas per dare ossigeno all’economia isolana.
“La prima cosa da fare sarebbe finanziare i comuni per consentire una dilazione dei pagamenti dei tributi del 2020 fino al 2030. Poi mutui a tasso zero per finanziare le aziende e poi c’è il capitolo delle concessioni di suolo pubblico di bar e ristoranti. Se si dovrà mantenere la distanza  allora serve un raddoppio degli spazi per i tavolini, ma sempre allo stesso costo”
Confesercenti non esulta più di tanto alla notizia della rinuncia del Cagliari al centro commerciale allo stadio. “Non cambia di molto lo scenario”, spiega Marco Medda, “evidentemente la società ha fatto una riflessione e ha capito che ormai lo spazio è saturo e che quel genere di investimento oggi non è più redditizio. E’ un segnale che potrebbero bloccarsi così tutti gli investimenti nel settore e che presto potrebbe entrare in crisi anche tutta l’area della vecchia 131 che ormai è diventata un grande centro commerciale. E in tanti potrebbero perdere il posto di lavoro. Se le istituzioni ci aiutano il piccolo commercio sarà in grado di riassorbire l’occupazione in fuga dalla grande distribuzione”.


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