Hanno stipulato il contratto d’affitto, 500 euro al mese per poter disporre di un’abitazione “al piano terra di una palazzina nel rione cagliaritano di San Michele, in via Col Di Lana. Era il 2015, la coppia ci aveva mostrato delle buste paga regolari”. Peccato che, di lì a poco, Veronica R., oggi 37enne, i suoi fratelli e i genitori, si siano ritrovati a vivere un incubo. “Dopo qualche mese ci hanno convinto ad accettare i soldi dell’affitto mensile da parte del Comune, abbiamo detto di sì anche se sapevamo che significava rischiare di avere il denaro in ritardo”. Ma per i tre, che vivono in affitto in un’abitazione di Quartu Sant’Elena, ha prevalso la regola del “meglio tardi che mai”. Poi, però, la situazione è precipitata: “Da novembre 2019 non abbiamo più ricevuto nemmeno un centesimo, un mese prima avrebbero dovuto lasciare l’abitazione perchè, sin da febbraio 2019, il contratto era scaduto e gli avevamo mandato una lettera di sfratto con preavviso di otto mesi”. Ma di levare le tende, la coppia di morosi, proprio non ci ha pensato. “Dopo lo sfratto il Comune si era impegnato a cercare una casa ad Assemini, i due avevano firmato anche il contratto ma non si sono mai trasferiti. E a marzo 2020, con l’arrivo del Coronavirus, è arrivata la beffa: sfratti bloccati, al momento sino al prossimo trentuno dicembre, nonostante poi la richiesta di sfratto, anche grazie all’intervento del nostro avvocato, sia diventata esecutiva, ad agosto 2020”.
Veronica R. e i sui genitori non stanno vivendo una bella situazione: “Io sono incinta, i miei sono anziani e malati. Viviamo in tre con settecento euro al mese, da quei soldi dobbiamo farci uscire l’affitto mensile della casa di Quartu e le spese indispensabili, come cibo e medicine, oltre alle bollette. Basta ,rivogliamo casa nostra subito, è una questione di principio. La coppia è in ritardo di ben 11500 euro, chissà se e quando li avremo”.










