Mai un pasticcio così. Mai, in decenni di continuità territoriale, ci si era ridotti a questo incredibile punto. E’ vero, la continuità territoriale aerea (quella marittima non è mai realmente esistita) è sempre stata zoppicante, è sempre andata di rinnovo in rinnovo, ha sempre subito un restyling più o meno efficace ed efficiente dal governo regionale di turno. Ma mai si era arrivati a 8 giorni dalla scadenza del bando senza sapere quale compagnia aerea permetterà ai sardi di varcare i confini dell’isola per approdare in continente. E se sarà loro permesso, soprattutto.
Otto giorni fa l’apertura delle buste: delle 11 compagnie invitate, hanno risposto solo Ita e Volotea, quest’ultima con ribassi notevoli sulla base d’asta da 37 milioni di euro, tanto costa il servizio, per i 7 mesi dal 15 ottobre al 15 maggio. Secondo la commissione regionale, però, Volotea aveva omesso alcuni dettagli burocratici che rendevano la sua offerta inammissibile. L’assegnazione a Ita sembrava questione di ore. Invece, sono passati 8 giorni e tutto tace, o quasi: ieri la Regione ha finalmente battuto un colpo e chiesto a Ita documentazione integrativa. In sostanza, si chiede alla compagnia nata dalle ceneri di Alitalia se ha o no gli aerei per trasportare i sardi, visto che solo 2 sono di sua proprietà mentre gli altri sarebbero presi in affitto da Alitalia. Ovvio che ormai la decisione ha i minuti contati: se Ita non dimostrerà di avere gli aerei e non darà le dovute garanzie, niente assegnazione. A quel punto, si dovrebbe fare un nuovo bando urgente. Sempre che il Tar non decida di riammettere Volotea.
Su tutto, una sola vergognosa certezza: dal 15 ottobre, dalla Sardegna non si esce. Salvo optare per un costosissimo biglietto delle compagnie low cost a libero mercato che hanno fiutato l’affare e si fregano le mani.











