Ormai è chiusa, quindi ci si può anche azzardare a dire che “al Pd non interessa il numero degli assessorati ma la qualità del governo”. Parola di Piero Comandini, segretario regionale del Pd, a ore nuovo presidente del consiglio regionale. Eppure, proprio le trattative della presidente con il Pd hanno monopolizzato la definizione della giunta: i dem, primo partito dell’isola alle regionali del 25 febbraio, di assessorati ne rivendicavano quattro, più la presidenza del consiglio e la vicepresidenza della giunta. Alla fine hanno dovuto rinunciare a uno, gli assessorati sono a quota tre, gli incarichi istituzionali invece sono rimasti entrambi al Pd. Ora però, a poche ore dalla presentazione ufficiale della squadra di governo – i dem avranno gli assessorati al Bilancio, all’Industria e all’Ambiente – Comandini dice che il numero degli assessori non conta.
Due assessorati andranno invece ai 5 stelle, ma si sommeranno agli altri due in quota presidente, dunque quattro più la residenza della Regione. Un duopolio che schiaccia ovviamente i piccoli, confinati nelle percentuali incassate alle elezioni, che avevano protestato proprio contro le richieste a loro dire eccessive del Pd.










