Ormai è chiaro: nel panorama politico in Sardegna, esiste “il morbo di Sel”. Ti candidi con quel partito, e poi te ne penti. Era successo negli ultimi trenta giorni prima a Claudia Zuncheddu, poi a Paolo Casu, poi a Marisa Depau, poi a Giorgio Cugusi passato addirittura con Massidda. E ora, tra gli ex candidati nella lista di Sel alle ultime elezioni regionali, è particolarmente pungente il commento di uno dei sindaci più in gamba e onesti che la storia della Sardegna abbia mai avuto.
Parliamo di Fernando Codonesu, ex sindaco di Villaputzu, unico nell’isola capace di dimettersi da primo cittadino dopo la mancata elezione, compiendo un gesto che nessuno avrebbe mai fatto. Dopo avere combattuto per anni per la riqualificazione del poligono di Quirra in nome anche dell’ambiente. A distanza di tanti mesi, ora la sua analisi è questa: “Io sono proprio fuori da questo centrosinistra- spiega Codonesu- centro-sinistra e così via, ma tieni presente che non sono mai stato iscritto né a SEL né ad altri partiti. Mi ero candidato da indipendente, ma pensavo si trattasse di un partito di “sinistra”: è stata una grande svista. Anche qui considera che soffro di miopia da quando avevo 16 anni e questa è una miopia che ti porti dietro finché campi”. Insomma un ex candidato alle regionali di Sel che certifica quello che molti elettori pensano da tempo: Sel non è un partito di sinistra, perchè non può essere di sinistra un partito che- come hanno denunciato Zuncheddu e Casu- lottizza il potere assumendo segretari e iscritti in Comune e in Regione, in barba ai disoccupati sardi. E agli slogan contro il precariato, a quel “ora tocca a noi” che è significato assumere in Comune il segretario cittadino del partito, solo per fare il più banale dei tanti esempi.
Codonesu invece è un uomo d’onore. Al contrario, è uno che alla sua poltrona ha rinunciato, e con grande coerenza. Disse: «Ho deciso di rassegnare le dimissioni perché mi sento delegittimato – ha sostenuto Codonesu -. La stragrande maggioranza della popolazione mi ha voltato le spalle e non votandomi ha in pratica detto di non condividere tutto quello che ho fatto sempre con passione, onestà e competenza. Ho deciso di farmi da parte perché non dipendo dalla politica e ritengo non ci siano più le condizioni ottimali per proseguire il cammino ed andare avanti”. Una lezione di vita a chi, invece, tra le fila di Sel continua a inseguire incarichi. E a non rispondere alle domande, come se le bugie avessero le gambe corte. O a fare esposti contro la stampa libera per vederseli rigettati. I candidati si ribellano al partito della sinistra che non c’è.












