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Il cibo diventa sempre più “street”: le imprese sarde escono dai locali e vanno su 4 ruote

di Redazione Cagliari Online
4 Luglio 2018
in sardegna

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Il cibo diventa sempre più “street”: le imprese sarde escono dai locali e vanno su 4 ruote

Dai cibi tradizionali a quelli gourmet: le imprese escono dai locali e vanno su 4 ruote. Crescono le attività e la passione per i piatti da strada. Stefano Mameli (Confartigianato Sardegna): “Produzioni artigiane semplici, gustose e tradizionali ma
sempre più trendy”. Così le realtà produttive innovano e conquistano nuove fette di mercato.

Caldo o freddo, dolce o salato, tradizionale o 4.0, sardo, italiano o estero. Lo street food, soprattutto negli ultimi 5 anni, anche in Sardegna è riuscito a conquistare sempre più sostenitori, tra i produttori e tra i consumatori.

Panadas, focacce, pizzette sfoglia, culurgionis, sebadas ma anche pani frattau, fregula condita, gnocchetti, raviolini di ricotta oppure i più “trendy” prodotti gourmet bio o vegani di nuova concezione. Ormai quasi ogni prodotto tradizionale sardo può essere trasformato in un piatto da degustare passeggiando e, per fortuna dei palati, le proposte crescono e cambiano di giorno in giorno per la gioia dei numerosi aficionados del gusto che cercano e trovano, con sempre maggiore frequenza, i colorati “ristoranti” su quattro ruote., spesso legati a manifestazioni ed eventi.

“Tutto con il massimo rispetto delle materie prime e delle tecniche di
lavorazione tradizionali, oltre a una continua attenzione verso le
esigenze alimentari dei consumatori – commenta Stefano Mameli,
Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – che sono le
caratteristiche principali delle nostre produzioni artigiane, da
sempre riconosciute per la loro genuinità e specialità”.

Nell’Isola, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio per le PMI di
Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere, nel
2018 le imprese registrate come “Attività di ristorazione ambulante”
sono 156 e sono cresciute del 56% nell’ultimo quinquennio, contro un
totale di 2.729 e una crescita media nazionale del + 58,9%.

“Ovviamente i numeri reali di questo fenomeno sono molto maggiori –
continua Mameli – perché sono ormai tantissime le attività di
produzione, ristorazione e somministrazione presenti  “on the road””.
“In ogni caso siamo molto contenti della crescita di questo nuovo
settore dell’alimentazione – prosegue il Segretario – perché è
sinonimo di opportunità sia per le imprese tradizionali che innovano e
diversificano, sia per le nuove realtà che propongono innovativi stili
gastronomici”. “Lo street food è una realtà viva e creativa –
sottolinea – fatta di cuochi, fornai, pizzaioli e rosticcieri, di
imprenditori giovani e meno giovani ma tutti accomunati dall’orgoglio
di conservare tradizioni familiari o di proporre nuovi sapori.
Insomma, è l’artigianato che esprime i valori più veri e autentici
della nostra e di altre culture”.

I dati raccontano anche di 38 attività gestite da under 35 nel 2018
(24,4% sul totale delle imprese) e di 4 imprese gestite da stranieri
(2,6%).

Tra le province, 56 sono registrate a Cagliari, 48 a Sassari, 15 a
Nuoro e 14 a Oristano.

Il cibo di strada, oltre ad essere un elemento basilare della storia
regionale dell’arte culinaria, è anche un elemento che, più di altre
realtà consumate “al piatto”, permette letteralmente di “gustare il
territorio”, osservarlo e goderselo mangiando un prodotto che ne è
l’espressione socioculturale.

Secondo Confartigianato Sardegna “per il settore della ristorazione
ambulante e itinerante è necessaria una maggiore semplificazione delle
procedure di adeguamento alle norme sanitarie e del commercio, per
consentire al patrimonio storico cultural-gastronomico regionale,
rappresentato da una miriade di cibi di strada, sia sempre più forte e
competitivo e riesca a contrastare l’avanzata di cibi apolidi capofila
di un’errata tendenza a globalizzare i sapori”.

“Il cibo di strada e le tipicità sono due aspetti vitali di una
importante cultura agroalimentare artigiana sarda che non si devono
escludere ma integrare a vicenda – conclude Mameli – imprese,
consumatori e prodotti sono le tre realtà attorno a cui si esplica il
cibo di strada italiano ed è importante individuare le strade da
seguire per l’interdipendenza e collaborazione fra queste realtà”.

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