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Ciao, Carlone: Cagliari in lacrime per la prima vittima del Coronavirus, aveva solo 42 anni

di Jacopo Norfo
16 Marzo 2020
in cagliari, il-diavolo-sulla-sella, Necrologie

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Ciao, Carlone: Cagliari in lacrime per la prima vittima del Coronavirus, aveva solo 42 anni

Ciao, Carlone: Cagliari in lacrime per la prima vittima del Coronavirus, aveva solo 42 anni. Ed era soprattutto conosciutissimo e stimato in città: per senso di rispetto nei confronti della sua famiglia, abbiamo atteso qualche ora prima di darne notizia. Carlo Tivinio ci ha lasciato ed era stato il primo sardo ad ammalarsi di questo maledetto virus: la sua morte ha tracciato un segno di profondissimo lutto in città, a Cagliari. Era il titolare di un locale noto e frequentato da decenni, nel centro di Cagliari. Era soprattutto una persona allegra, solare, buona, speciale. Si era sentito male qualche giorno dopo il ritorno da Rimini, dove aveva partecipato a una fiera insieme a tantissimi altri imprenditori come lui.

Il suo locale- va precisato- non è mai stato aperto da quando l’uomo si era sentito male, dunque non c’è stato alcun pericolo di contagio per altre persone. Da diversi giorni ormai era in coma farmacologico all’ospedale Santissima Trinità, ma negli ultimi giorni le sue condizioni sono peggiorate, sino a quell’attimo fatale in questa domenica, una delle peggiori nella storia d’Italia. Carlo Tivinio è morto nella stessa mattina in cui per il Covid 19 ha perso la vita un 81 enne a Sassari, che era ricoverato nel reparto di Cardiologia del Santissima Annunziata. La domenica del dolore, della preoccupazione, che però non può e non deve sfociare nel panico. Carlone era un punto di riferimento per tanti, e oggi la città chiusa per virus è ancora più spettrale. Non si sono sentite canzoni neppure dai balconi, in segno di lutto e rispetto, dolore e silenzio. Un silenzio che come una cappa immensa ha avvolto l’Isola preoccupata, blindata nei trasporti, dove quasi nessuno può uscire né partire se non per comprovate ragioni. Carlo lascia una moglie che lo adorava e un figlio piccolo.

Il bollettino locale e nazionale che scandisce il numero dei malati, dei morti in crescita in Lombardia, e anche dei guariti. Il numero dei positivi che sale, le scene di tensione che arrivano da Sassari. La grande attesa per il decreto del governo che da domani dovrebbe fermare le tasse e dare ossigeno alle imprese. Perchè poi ci sarà il dopo virus, che sarà altrettanto duro. Ma anche nel nome di Carlo, siamo obbligati a rialzarci e ancora una volta a stare a casa, sino a quando l’emergenza sarà finita. Per non rischiare il contagio, per fermare il Coronavirus. Col cuore spezzato, ma col coraggio che bisogna avere nelle sfide più difficili della nostra vita.

[email protected]

Tags: Carlo taviniocoronavirus
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