Chiaro e forte l’addio alle urne, ma cosa non è ancora chiaro ai politici?

Un’astensione così non si era mai vista, e non solo ai referendum. Persino per scegliere il proprio sindaco è andato a votare un italiano su due: un segnale inequivocabile, che la politica italiana continua a ignorare.


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Ma esattamente, cosa non è ancora chiaro ai nostri politici del verdetto delle urne? Che cosa non hanno capito? E cosa ancora deve succedere perché prendano atto della distanza siderale che hanno scavato fra i palazzi di potere dove si consumano battaglie che interessano solo a chi le combatte, e la vita vera della gente vera?

Il verdetto delle urne è chiaro e inequivocabile, in Sardegna come nel resto d’Italia. Nell’isola per le amministrative ha votato il 56% degli aventi diritto, per i referendum il 14% contro il 54% e il 20% nella penisola. Un dato eclatante, per il referendum perché mai affluenza è stata così bassa nella storia della repubblica, e per le amministrative perché storicamente sono le elezioni più sentite, del resto con il sindaco si sceglie il proprio rappresentante diretto, e spesso nei piccoli centri anche il proprio diretto interlocutore.

Prima che inizi il circo mediatico e politico del “dobbiamo fermarci a riflettere” e poi non riflettono mai, figuriamoci cercare soluzioni, è bene dire una cosa: l’astensione, mai come ora, è una scelta precisa, meditata, voluta. Un modo per dire che proprio non si vede la luce in fondo al tunnel. Per irbadire che nell’omologazione e trasversalità imperanti non si riesce a trovare nessuno in cui riporre le speranze. Un segnale che in tutti i modi i cittadini stanno provando ormai da tempo a lanciare alla politica, sorda a qualunque richiamo e indaffarata a studiare tutti i migliori metodi di autoconservazione della specie. Mentre il mondo crolla. Mentre la gente è disperata. Mentre la benzina ha stabilmente superato di nuovo i due euro, e tutti zitti. Mentre le bollette e la spesa e la vita e i trasporti sono diventati un lusso che risucchia ogni risorsa faticosamente guadagnata. Mentre il reddito di cittadinanza ribalta diritti e doveri e continua ad alimentare sacche pazzesche di illegalità. Mentre la sanità è allo sfascio. Mentre la vita vera scorre in una direzione e la politica sta proprio su un altro pianeta.

Questo è quello che i cittadini hanno voluto dire, a voce altissima. Ancora una volta. La politica intanto segue i suoi riti e i suoi tempi incredibilmente dilatati all’inverosimile e i suoi obiettivi lontanissimi da quelli che dovrebbero essere. Ma anche questa, a urne deserte, rischia di restare una lezione assolutamente, tristemente, disperatamente inutile.


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