“Il mio obiettivo? Non era la candidatura a sindaco di Cagliari, anche se ovviamente servire la mia città sarebbe un onore, ma rompere finalmente questo legame con la Lega, riacquistare la libertà, far tornare il Psd’az un partito a trazione regionale tagliando il cordone ombelicale con Salvini, Pontida e tutto quello che non ci rappresenta. Un obiettivo che ho raggiunto, e ne sono molto contento: il Partito sardo d’azione ha riacquistato finalmente la sua libertà”. Gianni Chessa, 5683 voti alle regionali di cui 1273 a Cagliari, notoriamente non le manda a dire: schietto e diretto, va dritto alla sostanza. Che, dal suo punto di vista, è chiarissima: “Con la scelta di Alessandra Zedda, che è una mia amica, non c’è stata da parte mia una mancata aspettativa, assolutamente. Io ho semplicemente dato la mia disponibilità, poi ci sono equilibri e decisioni che vanno tenuti in considerazione. Ma il mio obiettivo non era quello della candidatura: il mio obiettivo era quello di dire basta a questa dipendenza del Psd’az dalla Lega. Spezzare il cordone ombelicale. Riacquistare l’autonomia e tornare il partito regionale che è sempre stato”.
Dichiarazioni bomba che mettono sul banco degli imputati prima di tutto il segretario e presidente della regione uscente, Christian Solinas, che del patto di ferro con la Lega ha fatto la sua cifra da quando a bordo del Carroccio è approdato in parlamento, per poi essere indicato candidato alla presidenza della Regione nel 2019, inneggiando annualmente al capitano dal palco di Pontida. Peraltro, nel silenzio generale del partito, in quel momento al vertice della gestione del potere regionale. “Quella di Pontida è stata una scelta mai condivisa, chiunque sarà segretario del Psd’az non ci andrà più. Noi siamo un partito libero, non siamo dipendenti dalla Lega. Vogliamo essere datori di lavori, non dipendenti”. Eppure, proprio il patto con la Lega ha permesso al Psd’az di scalare le vette del potere negli ultimi 5 anni. Tutto da rinnegare? “E’ stato un patto di circostanza politica, ma ora basta: Crippa, il vice di Salvini, non l’ho neanche ricevuto, sono un sardo e non sono in vendita. Era ora di staccare la spina con la Lega, ci sono riuscito, ora faremo le nostre riflessioni in modo attento e cercheremo la strada migliore per andare avanti con un partito che ha 103 anni di storia identitaria”.
Chessa assicura che non si candiderà alla segreteria del Psd’az: “Se qualcuno ha sbagliato renderà conto agli iscritti, io non mi candiderò, ho già un ruolo. I cittadini mi hanno votato, mi hanno dato fiducia e io lavorerò per loro”. E l’ipotesi di alleanza con il Campo largo? “Al momento pensiamo solo alla libertà riacquistata, poi faremo tutti i ragionamenti necessari”.
Ultima questione, solo apparentemente formale, è quella della dicitura in parlamento quando intervengono deputati e senatori della Lega, sotto il cui nome compare la scritta “Lega-Partito sardo d’azione”. Che succederà ora, dopo la rottura? “Non possiamo certo più essere rappresentati così. Vedremo il da farsi”.











