Ha fatto parte anche dell’osservatorio cybercrime con il compito di monitorare sulla rete tramite i principali social per attività di cyberbullismo, cybercrime adolescenti e minori, ed è stata coordinatrice dei “genitori digitali” della Città Metropolitana Cagliari. Chi meglio di Pischedda, insomma, conosce direttamente il triste fenomeno del bullismo, quello che va ben oltre le semplici prese in giro ma si spinge oltre ogni confine possibile e immaginabile, quello che strappa la serenità ai giovanissimi e che è causa di scontri, malesseri, anche molto gravi, sia tra i banchi di scuola che fuori. Non si articola più solo con le chiacchere e gli sguardi, bensì si snoda veloce nella rete tramite gruppi, social network e chat dove possono trovare ampio spazio anche foto e video “pericolosi”. Uno scenario rafforzato da modi di espressione decisamente volgari dove la svalutazione dell’individuo è costante, corrosiva, invalidante. Tanti gli allarmi lanciati sinora anche attraverso incontri e corsi dentro e fuori dalle scuole per raggiungere sia i giovanissimi che i genitori ma anche gli insegnanti e tutti coloro che, per professione, ruotano attorno alle nuove generazioni.
“Il problema delle prevaricazioni fisiche, verbali e indirette è in costante aumento e molto spesso ignorato; purtroppo ha assunto una rilevanza tra i ragazzi in età adolescenziale e pre adolescenziale tale da richiedere strategie coordinate di intervento come corsi di sensibilizzazione e di formazione mirati in ogni classe, a partire dalla scuola primaria. Ogni scuola deve “assolutamente” avere un docente formato come referente per il bullismo e il cyberbullismo” ha spiegato l’esperta a Casteddu Online. Fare rete, affrontare il problema, educare al rispetto e ai sentimenti per cercare di invertire la marcia di quella che è diventata una vera e propria piaga sociale.











