Nelle ultime ore è scoppiata la polemica circa la sicurezza alimentare nei luoghi pubblici dopo i recenti e preoccupanti casi di intossicazione da botulino fra Monserrato e Cagliari. E gli interrogativi sempre molti.
“I recenti casi di intossicazione alimentare da Clostridium botulinum registrati a Cagliari non possono essere archiviati come semplici episodi isolati”, spiega Paolo Casu, Presidente Commissione d’ Albo dei Tecnici della Prevenzione Cagliari-Oristano. “Sono, al contrario, la spia evidente di un sistema che necessita con urgenza di essere ripensato, rafforzato e reso più efficiente. E non lo dico solo da professionista della prevenzione, ma da rappresentante di una categoria – quella dei Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro – che ogni giorno, con rigore e competenza, presidia il territorio al fianco dei dirigenti medici e veterinari e degli altri professionisti dei Servizi Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) e dei Servizi Igiene degli Alimenti di Origine Animale (SIAOA).
Il sistema dei controlli nelle attività alimentari, specie in quelle temporanee e itineranti, mostra troppe criticità, a partire dai ritardi nella trasmissione delle segnalazioni e delle DUA da parte degli Sportelli Unici Comunali. La gestione burocratica delle pratiche per eventi e manifestazioni pubbliche, che dovrebbero consentire una verifica preventiva da parte dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, è spesso lenta, frammentata, a volte perfino assente. Questo compromette fortemente la possibilità di intervenire in tempo utile con controlli mirati e preventivi.
È bene chiarirlo: i Dipartimenti di Prevenzione non sono il problema. Anzi, sono quotidianamente impegnati, attraverso i SIAN, i SIAOA e grazie al lavoro puntuale dei Tecnici della Prevenzione, in migliaia di controlli, campionamenti e ispezioni, che garantiscono il rispetto delle norme igienico-sanitarie lungo tutta la filiera alimentare, come previsto dal Regolamento (CE) n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, dal Regolamento (CE) n. 178/2002 che istituisce i principi generali della legislazione alimentare, e dal D.Lgs. 193/2007 che disciplina le sanzioni in caso di violazione delle norme europee in materia.
Ma i Dipartimenti non possono supplire a quelle che sono responsabilità dirette delle amministrazioni comunali, spesso sprovviste di strumenti e, troppo spesso, prive di reale consapevolezza del ruolo strategico della Prevenzione.
Occorre un cambio di paradigma. La Sicurezza Alimentare non può più essere affidata a un sistema disomogeneo e dipendente dalla buona volontà dei singoli. Servono regole chiare, vincolanti e soprattutto tempestive, che obblighino i Comuni a comunicare in modo strutturato e automatizzato ogni evento pubblico in cui sia prevista la somministrazione di alimenti. Solo così sarà possibile attivare per tempo le necessarie misure di controllo.
Non basta l’allarmismo a posteriori. Serve una strategia preventiva vera, efficace, sostenuta da norme adeguate e da un coordinamento interistituzionale reale, che coinvolga anche i Carabinieri del NAS, le Forze dell’Ordine, le Polizie Locali e le Prefetture.”
E conclude: “I cittadini devono poter mangiare in sicurezza, ovunque e in qualunque occasione. La tutela della salute pubblica parte da qui: dalla prevenzione concreta, non solo dichiarata. Noi Tecnici della Prevenzione siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte. Ma il sistema deve metterci in condizione di agire. Ora.”











