Ironia, storia e tradizione. Sarebbe troppo semplice riassumere con queste tre parole, il vero significato del carnevale sangavinese, ma soprattuto cosa rappresenti per il territorio del medio campidano. Eppure, la kermesse di maschere, carri e colori andata in scena ieri pomeriggio, di ironia ne ha messa in scena parecchia.
Tra i partecipanti, sotto mentite spoglie, addirittura il primo cittadino Carlo Tomasi nelle vesti di un’originalissima parodia del Gabbani trionfatore all’ultimo Festival di Sanremo: sangavinesi’s karma. Giunta alla sua 33’edizione, la manifestazione, in linea con la tradizione, ha visto sfilare per le principali vie cittadine, ben 13 carri allegorici provenienti da tutto il circondario, e oltre 10 gruppi mascherati.
E se come anticipato, sono state l’ironia e la tradizione a farla da padrone, anche la storia ha fatto la sua parte, con un importantissimo riconoscimento per il Carnevale Sangavinese, inserito per la prima volta nella ristretta cerchia dei “Carnevali storici d’Italia”. Nella consueta gara, a trionfare in questa edizione, il carro di uno dei gruppi più antichi e attivi, il “Fibra Ottica”, con il tema “St. Patrick’s day”, un omaggio all’incantevole terra d’Irlanda. A fine serata, tra la soddisfazione dei partecipanti (circa quindicimila accorsi nella cittadina dello zafferano), infine, appuntamento in piazza per il rituale rogo conclusivo de “Su baballoti”, fantoccio simbolo del carnevale, quest’anno nelle vesti di un “contestatissimo” Donald Trump.
L’ultimo atto di una manifestazione che solo formalmente si è conclusa ieri, perché si sa, a San Gavino il Carnevale si vive 365 giorni all’anno.












