di Paolo Rapeanu
Carla Atzei ha 51 anni ed è di Monserrato. Venticinque anni fa la gioia più grande per ogni donna, la nascita di un figlio. Che, però, arriva al mondo con alcuni problemi: “È nato con una idrocefalea congenita e una genesia del corpo calloso. Ha frequentato le scuole sin quando possibile, gli è stato dato un attestato di frequenza e poi ce lo siamo ritrovati catapultato a casa”. Sposata con un commerciante, la 51enne ammette che “non sapevamo dover portarlo, all’Anffas l’hanno rifiutato e invece all’Aias no. Fa il diurno al Poetto, tra fisioterapia e regole da seguire. A casa non possiamo tenerlo tutto il giorno, per lui sarebbe deleterio”.
Il 31 dicembre prossimo è la data nella quale la Regione ha deciso di interrompere il rapporto con l’Aias: “Da quella data in avanti non so di che morte morire, la Regione deve mettersi una mano sulla coscienza per questi ragazzi e fare il suo dovere, pagando ciò che deve pagare. Gli operatori dell’Aias hanno un grandissimo cuore, visto che continuano a lavorare nonostante non vedano lo stipendio da mesi”.












