di Paolo Rapeanu
È di Elmas, Giovanna Barbara Bellini. Suo figlio, di ventinove anni, soffre della sindrome di down. Da dieci anni è seguito “dagli operatori dell’Aias. Io mi alzo ogni giorno alle 4:20 per andare a lavorare presso una ditta di pulizie, mio marito è disoccupato e i soldi non bastano mai. Devo portare il pane a casa, il mio Andrea è migliorato moltissimo da quando è seguito dall’Aias. Ora è preoccupato anche lui, non sappiamo che fine faremo quando ci toglieranno il servizio. Perché l’assessore Arru sta facendo così? Sta punendo delle persone che non hanno fatto niente”, afferma la Bellini, “se mio figlio non fa qui la terapia dove andrà?”.
E la paura della mamma è tanta: “Andrea parla, prima non era nemmeno autonomo. Devo solo ringraziare chi lavora all’Aias tutti i giorni, anche senza stipendio, ogni volta lo accolgono come un figlio. La Regione sta mandando molte famiglie sarde allo sfascio, se il centro chiuderà anche io finirò disoccupata, dovrò infatti mollare il mio lavoro per seguire il mio Andrea”.