Inaugurato in via Roma il monumento in onore dei martiri delle Foibe, il sindaco Beniamino Garau: “I ricordi sono mattoni che costituiscono la nostra vita e hanno un valore fondamentale: ci danno la possibilità di conservare nella coscienza eventi e storie e imparare dal passato”. Una cerimonia solenne e suggestiva quella che due giorni fa si è svolta dalle autorità locali in presenza di volontari e cittadini che hanno voluto omaggiare e ricordare uno dei massacri più crudeli che fu messo in atto nel 1945. “In questa piazza il ricordo di migliaia di famiglie spazzate via e dimenticate, perché italiane.
Per Norma Cossetto, 23 anni, figlia di un fascista, violentata, torturata e scaraventata in un foiba a morire, con i seni pugnalati.
Per i nostri migliaia di fratelli italiani, torturati, infoibati e uccisi perché italiani.
Nel forzato esodo dalla propria terra, oggi invochiamo giustizia e libertà per i martiri delle foibe, per le stragi negate degli Italiani della Venezia Giulia e dell’Istria. Ricordiamo oggi, per non dimenticare mai” ha espresso Garau.
“È stato un onore e un piacere inaugurare un monumento in onore dei martiri delle Foibe con Beniamino Garau Sindaco e tutta l’amministrazione Comunale, in un’area totalmente abbandonata da oltre 50 anni” ha comunicato la vicesindaca Silvia Sorgia. “Ricordiamoci che questo spazio è di tutti e per tutti abbiate cura e rispetto”.
Con la presenza di Don Gianni che ha affiancato le istituzioni, “la città di Capoterra traccia un solco indelebile nella memoria della nostra comunità e, la traccia su questa parete d’acciaio segnata dal tempo, un tempo che rischiava di consegnare all’oblio i tragici eventi e gli efferati crimini che colpirono l’italia” ha specificato Garau.
“Il ricordo di quelle persone, uomini, donne e bambini condannati per sempre, senza processo, senza colpa, ad una vita in esilio e all’oblio della memoria.
Il ricordo di un popolo, quello italiano, nelle terre oggi jugoslave, condannato per circa 70 anni al silenzio di stato, al giustificazionismo e al negazionismo.
Una intera popolazione inerme e senza colpa, è stata perseguitata, torturata e uccisa, in modo feroce e indiscriminato.
Uomini, donne, bambini. L’unica colpa?!?: essere italiani”.
Tra il maggio e il giugno 1945 migliaia di italiani della Venezia Giulia, delI’Istria e della Dalmazia furono uccisi dall’esercito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati, dove morirono di
stenti e malattie.
Per sfuggire al genocidio nazionale, migliaia di italiani lasciarono la loro terra per sempre, costringendoli a un esodo forzato, passato alla storia come “Esodo Giuliano -Dalmata”.
Interi paesi si svuotarono di uomini, di rumori, di vita.
Gli unici rumori rimasti, quelli della guerra, della persecuzione e il rumore assordante del silenzio.
“Perché la storia dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata è stata una storia di silenzio, silenzio da parte di istituzioni, popolazioni, governi, che hanno giustificato la persecuzione, la pulizia etnica e la morte di migliaia di italiani.
A queste logiche aberranti di odio etnico e ideologico, all’oblio della memoria, rispondiamo con il Ricordo”.











