Un cagnolino attaccato al parco Lineare di Selargius da un pitbull, in compagnia della padrona non ha avuto scampo, e non è la prima volta. Guinzaglio ma soprattutto museruola per chi ha inciso nel dna l’incompatibilità con i suoi simili. Ieri, invece, un meticcio a Capoterra ha fatto i conti con chi ha aggirato il cancello di casa e lo ha ridotto in fin di vita. Una zampa quasi staccata dal busto, ferite ovunque e per l’animale è stato provvidenziale l’intervento di alcuni cittadini e della polizia municipale che ha affidato il cane aggredito alle cure dei veterinari. Ad attaccarlo sono stati, secondo i testimoni, due esemplari che di pitbull hanno tanto. Si riaccende la paura, la preoccupazione e la rabbia non verso questi esemplari bensì nei confronti dei proprietari che, forse, sottovalutano l’indole dei propri animali. Macchine da combattimento, in passato sono stati consolidati così, per attaccare, per distruggere nell’arena i propri simili. Le caratteristiche non si possono cancellare, rimangono ben incise nella genetica che si tramanda, senza fine.
A fare il punto della situazione e fornire qualche utile suggerimento è Stefano Galdi.
Lo Scugnizzo Cinofilo Educatore e Addestratore Cinofilo, nonché Redattore di progetti nelle scuole che, preoccupato per gli ultimi fatti di cronaca, spiega, in sintesi, la situazione. “Questa tipologia di cani ha una forte aggressività interspecifica, maggiorata, in questo caso, quello di Capoterra, anche dalla difesa dal territorio. Spesso questo si verifica anche con cani mal gestiti, se educati non dovrebbero avere un comportamento simile, sono cani malcompensati.
L’episodio di Selargius racconta di un pitbull, una razza che non è nuova purtroppo alla cronaca. Esistono varie tipologie, questa è una aggressione interspecifica, in base alla razza, tipologia del cane questa aggressività può essere accentuata perché trova riscontro nella sua genetica. Un pitbull raramente andrà d’accordo con i suoi simili, questi cani anticamente nascono per essere portati nelle arene e vedono i simili come avversari da annientare. Spesso si cerca di farli socializzare da cuccioli, si può affievolire il fenomeno ma se è scritto nel loro libro genetico non si può certo cancellare, se non con animali dello stesso branco.
Cosa fare quando si ci trova innanzi a questi cani? Prestare la massima attenzione, prima di entrare in un’area cani si deve chiedere eventualmente se quel cane è propenso a socializzare o può essere aggressivo. Quando accade di trovarlo innanzi, come appunto accaduto al parco Lineare, si può fare bene poco: prendere in braccio per salvare il proprio animale potrebbe essere pericoloso per il proprietario perché si incentiva la motivazione di cane predatore e accentua la aggressività. Non solo pitbull, anche altre razze che possono essere docili si possono mostrare aggressive se mal gestite, mal educate o tenute e possono premere sul fattore aggressività, mostrare comportamenti pericolosi. In questo caso è bene rivolgersi a professionisti che possono arginare la problematica”. Una raccomandazione, infine, chiesta a gran voce da chi frequenta soprattutto i parchi: museruola e guinzaglio, per evitare che tragedie ancor più gravi possano capitare.