Duecentonovanta euro da moltiplicare per tre, 870 euro che fanno quasi una pensione e mezzo di invalidità di quelle che prendono Fulvia Marongiu, 49 anni, e il padre Fulvio di 71 anni e la madre Marcella Baldi di 79: tutti e tre con disabilità gravi riconosciute dai medici e dallo Stato, eppure i fondi della 162 restano un miraggio. L’ultimo pagamento, utile a sostenere le spese di accompagamento e aiuto di marzo, sono arrivati quasi un mese e mezzo fa. Poi, solo silenzio, soprattutto da parte degli uffici: “Dalle politiche sociali di Cagliari non sanno cosa dirci, nel senso che non risponde nessuno ai telefoni. I contributi e i contratti li inviamo sempre alle addette amministrative del servizio”. Tutto tracciato, quindi. Ma non basta, a quanto pare, per ottenere puntualmente ciò che spetta per diritto. E lo scorrere dei giorni senza nessuna risposta allarma ancora di più la figlia e i genitori, costretti a “grattare” dalle pensioni di invalidità i soldi utili a non perdere l’aiuto.
“Da quello casalingo alle commissioni fuori casa. Io e mia mamma abbiamo una grave infermità, mio padre ha anche problemi alla vista, una stenosi midollare e un respiratore per l’ossigeno. Senza l’aiuto di qualcuno siamo bloccati e in difficoltà, non possiamo badare a cose alle quali devono pensarci figure specializzate e formate”.









