I nuovi non potevano saperlo e trovare gli “aficionados” arrivati da questa o quella parte del mondo non era impresa facile. Nella festa di Sant’Efisio senza le tribune i turisti hanno fatto di necessità virtù e si sono appoggiati alle transenne per non perdersi la sagra. Fotografare i miliziani, le traccas e il cocchio del martire guerriero, per chi ha scelto di esserci, è valsa la fatica di non potersi sedere comodamente. Elisabetta è arrivata da Pavia e, grazie a due amiche sarde, ha potuto osservare foto delle edizioni passate e scoprire tutte le curiosità sulla festa: “Ho già visitato Villasimius, Costa Rei e Iglesias. Ripartirò sabato, ho fatto una settimana di ferie qui in Sardegna. So già come funziona la processione, me la voglio godere”, dice, mentre si ripara dalla pioggia, poi sparita nel corso della mattinata, con l’ombrello. “Il vostro piatto più buono? Ce ne sono tanti, al primo posto metto la fregola con i frutti di mare”. Una prelibatezza made in Sardegna, insomma.
Edoardo Scarpetta è arrivato da Quartu: “Non mi perdo mai nessun primo maggio, quando lavoravo in Lombardia prendevo l’aereo per poterci essere lo stesso”, rivela. “A quasi sessant’anni sto anche per laurearmi in Economia. Pregare Efisio per farmi passare gli ultimi esami prima della discussione della tesi? No, preferisco pregarlo per fatti più importanti e urgenti”.










