Tante, troppe le storie che raccontano di una agonia inarrestabile per il commercio locale, di storici negozi e ristoranti che, a malincuore, devono cedere, chiudere: una passerella di serrande abbassate anche nelle vie storiche dello shopping e della movida cagliaritana, che hanno segnato gli anni d’oro e splendenti della Cagliari da vivere a 360° e che, tra crisi economica e cantieri infiniti, ha dovuto dire addio a chi era diventato un’istituzione nell’ambito delle attrattive commerciali e culinarie.
Suonano come un successo, quindi, le 40 candeline che si apprestano a spegnere, due i giovanissimi fratelli che avevano deciso di lanciarsi nell’impresa: Efisio e Maria Bonaria Lippi, conosciuta da tutti come Bonny. Una nuova idea di locale importata a Cagliari sullo stile delle birrerie del nord Italia, il primo pub e non circolo privato del capoluogo sardo, che proponeva una grande varietà di birre sia alla spina che in bottiglia, abbinate ad altrettante tipologie di panini. Questa formula fu accolta con molto entusiasmo dai ragazzi di Cagliari e nel giro di pochi anni quel merlo in piume e becco, che riceveva coccole e complimenti, divenne un punto di riferimento per un’intera generazione. Una grande festa per tutti quella di sabato che, a 40 anni esatti dall’apertura del pezzo importante della storia cagliaritana, onora la tenacia di chi crede ancora che tutto può essere superato, nonostante le avversità della vita. “Ogni cosa in questo locale ha una storia, a partire dal nome, che è stato scelto in onore di “Piero” il nostro merlo di casa, che nei primi tempi ci faceva compagnia dentro il pub” racconta Bonny.
Dopo una dozzina d’anni in cui la donna ha affittato la gestione dell’attività, il locale è tornato alle origini e dal 2018 è affiancata da suo figlio Diego: ha ripreso il timone dello storico locale che non si arrende e che vuole simboleggiare, quasi, come la tenacia della Cagliari che niente aveva da invidiare alle grandi metropoli, quella, ora, in affanno ma che crede e spera in un futuro migliore, come ai vecchi tempi, insomma.










