La geografia della disperazione, a Cagliari, è cambiata. Ci sono i clochard “storici”, quelli che sono stati spostati da sotto il palazzo del Comune in via Sonnino e hanno trovato rifugio sotto la vicina ex Cariplo o in viale Sant’Ignazio. Hanno tutti più di 45 anni. Poi, però, ecco i nuovi poveri, spuntati negli ultimi giorni – meglio, nelle ultime notti – in punti impensabili. Sulle panchine di piazza Palestrina, per esempio: a pochi metri dai binari della metropolitana e in un Largo Gennari preso d’assalto dalla mattina alla sera dalle macchine, quando cala il buio c’è chi arrotola coperte e molti teli di plastica per cercare di ripararsi dal freddo. O sotto il ponte di via Po, estrema periferia cagliaritana: l’imponente Città Mercato e le corsie svettano imponenti su chi è nato anche dopo il 1990 e si trova in grossa, grossa difficoltà. Baracche alla buona e teli, c’è anche lo spazio per la dignità, con asciugamani e qualche abito appeso alla bell’e meglio. È impietoso il report delle associazioni di volontariato: “Trentenni al freddo e al gelo. In via Po tre ragazzi e tre ragazze, il più giovane ha trenta e la più grande trentadue anni. Tuti e sei sardi”, precisa Roberto Carrus, presidente dell’associazione Amici della strada Sardegna. “In piazza Palestrina dorme su una panchina un ventottenne, non è lì da molto tempo”. L’età media dei nuovi poveri, quindi, si è terribilmente abbassata, al pari delle temperature notturne, purtroppo.
“Preghiamo tanto Dio di aiutare i poveri, allora? Diventiamo collaboratori di Dio, non solo pregando, ma aiutando noi stessi, chi è nel bisogno, senza giudizio alcuno, possibilmente di nascosto, senza umiliare chi riceve . Il povero è chi vive in una condizione economica disagiata rispetto alla norma, non è un fannullone”, spiega Carrus. Che, ogni notte, insieme a un gruppo di volontari, più medici e spesso avvocati, aiuta gli ultimi, sempre più numerosi. “Siamo cresciuti in numero e questo ci permette una presenza costante. Ieri notte in turno col nostro medico meticoloso ed il nostro psicologo li abbiamo incontrati ,abbiamo dialogato con loro, dato un po’ di coraggio e siamo riusciti a farli sorridere. Questa è la nostra ricompensa. Abbiamo ricevuto con gioia il loro grazie ed è tanto”. E, in parallelo, vengono aiutati anche gli animali, cani e gatti, che rappresentano l’unica compagnia davvero “umana” dei clochard: “Ne approfitto per ringraziare il Movimento Animalista di Anna Rita Salaris che ci ha fornito cibo e le tante persone ed aziende che ci aiutano”. A venti giorni dal Natale, un po’ di speranza per chi, anche all’improvviso, ha perso tutto e ha trovato rifugio unicamente sotto i ponti di Cagliari. Nel vero senso della parola











