È un suo vecchio pallino. Ex presidente di Sant’Avendrace, poi consigliere comunale e consigliere regionale. In quest’ultimo giro non ce l’ha fatta. Si complica la strada per un posto nell’esecutivo di Solinas. Così Edoardo Tocco si dichiara pronto a scendere in campo: “Io candidato sindaco? E perché no? Mi piacerebbe molto. Ci ho sempre pensato”, dichiara sintetico, “anche perché sono sempre stato tra i più votati a Cagliari”.
E si riapre il dibattito. Tra chi punta sui volti nuovi e dall’altra i portatori di voti che hanno tirato la carretta per anni e che rivendicano i posti al sole. Questi ultimi spesso pronti (non sarebbe la prima volta) se scontentati a dare vita a liste di disturbo per azzoppare il partito e la coalizione.
Tocco “lancia” dunque la “sfida” al vicepresidente del consiglio comunale Alessandro Balletto che si è già detto pubblicamente “pronto” per tentare la successione a Zedda. In Forza Italia circolano anche i nomi di Giuseppe Farris e Alessandra Zedda. Anche se non è escluso che gli alleati della coalizione rivendichino propri candidati. Non il Psd’Az che ha già avuto la presidenza della giunta regionale, ma secondo indiscrezioni i Riformatori potrebbero proporre Giorgio Angius, attuale consigliere comunale ed ex assessore all’epoca della giunta Floris. E anche l’Udc di Oppi potrebbe farsi avanti. E nel centrodestra potrebbe anche scattare l’ora delle primarie. Il consigliere comunale dei Popolari per Cagliari Federico Ibba ha proposto il “modello Bari” dove si sono svolte, con grande partecipazione, le primarie del centrodestra.
Foza Italia contro Zedda. “Mi spiace, ma così non si fa”, comincia così un lungo post di Alessandro Serra, responsabile della comunicazione di Fi nell’Isola, “i media regionali hanno rilanciato la notizia secondo la quale il sindaco di Cagliari, reduce dalla più pesante sconfitta mai subita da un candidato alla Presidenza della Regione da quando esiste l’elezione diretta, nulla abbia detto sulla scelta di proseguire il mandato come primo cittadino o cominciare quello da consigliere regionale di opposizione. Ma le Istituzioni non sono proprietà di chi temporaneamente occupa un ruolo politico. E soprattutto le aspirazioni, le preoccupazioni, la vita di un’intera comunità non possono essere subordinate all’interesse di partito o alla “carriera politica” del singolo. Già in questi mesi il capoluogo della Sardegna ha subito la catalessi amministrativa causata da una Giunta comunale totalmente dedita alla campagna elettorale, che ha visto anche la sonora bocciatura di diversi assessori. Prolungare questa “sospensione” per ragioni che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettività rappresenta un insulto all’opinione pubblica. Lo è nella sostanza, ma anche nella forma: come si può eludere il dibattito nell’unica sede deputata a trattare la questione, ovvero il Consiglio Comunale che rappresenta la città nella sua interezza, e rinviarla invece ad un’assemblea della propria fazione politica a Fordongianus? Ci sono grandi questioni che incombono, come la scelte urbanistiche, la politica per la casa, il dramma di migliaia di giovani della generazione tradita da un’amministrazione che ha pensato solo a salvaguardare rendite di posizione anziché creare opportunità, il ruolo presente e futuro della città sia in Sardegna che sullo scenario nazionale ed internazionale. Nonostante il dibattito sia stato cloroformizzato, dopo otto anni alla guida del Comune questi ed altri temi non possono essere elusi né tanto meno surrogati da una comunicazione in cui il nulla diventa tutto, l’immobilismo spacciato per dinamismo, gli errori marchiani vengono contrabbandati come alta politica incompresa dal “popolino” (perché quando non parte l’applauso diventiamo incivili, rozzi e ignoranti). Insomma, Cagliari ha bisogno di grandi scelte, non di micro-politica tesa solo a proseguire il percorso della nomenclatura che in questi anni ha imperversato in città”.











