Il Comune chiede una liberatoria alle famiglie e ai proprietari delle abitazioni che stanno sopra i locali dei bar e dei ristoranti che vogliono mettere i tavolini lungo strada, sotto le abitazioni e nelle vicinanze degli ingressi e scoppia la battaglia, si acuiscono le polemiche, sorgono contrasti e contrapposizioni. Per autorizzare l’occupazione di suolo pubblico anche in contrasto alle norme vigenti, gli uffici comunali pretendono una dichiarazione come il modello che pubblichiamo, evidentemente per lavarsene la coscienza, come si suol dire, oltre che per togliere le proprie responsabilità. così riteniamo non sia, perchè in effetti si chiede ai privati una sorta di autorizzazione a non rispettare le norme del regolamento comunale che disciplina la concessione di suolo pubblico per l’esercizio delle attività di commercio e di ristorazione all’aperto. E’ un aspetto non di poco conto e non trascurabile : se le condizioni non sussistono, nessuna liberatoria di un privato potrebbe superare i limiti delle norme regolamentari. Significherebbe, infatti, un incentivo a violare le norme, cioè a violare la legge. Sarebbe assurdo che lo accettasse o lo tollerasse proprio chi deve farla rispettare. Non è così ? Se le condizioni oggettivamente non sussistono, nessuna concessione di suolo pubblico potrebbe essere data , tanto meno per favorire iniziative e speculazioni di natura privata a danno dei diritti irrinunciabili dei cittadini.











